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Armi sequestrate all’ex gip di Bari, De Benedictis ammette: “Solo alcune erano mie, le colleziono”

Dopo l’arresto per la vicenda riguardante alcune tangenti ricevute per favorire la criminalità organizzata, l’ex gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis deve ora rispondere dell’accusa di traffico di armi. L’ex magistrato avrebbe contestato alcuni dei capi d’accusa. “Solo alcune delle armi sequestrate erano mie. Sono un collezionista ma non ho legami con la criminalità organizzata”
A cura di Gabriella Mazzeo
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L'ex gip del tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis ha confessato di essere il possessore di alcune delle armi sequestrate in 29 aprile scorso in una masseria di Andria, nel Nord Barese. L'ex magistrato, già in carcere per una vicenda di tangenti, deve ora rispondere anche dell'accusa di traffico di armi. De Benedictis era già stato condotto in prigione per aver creato insieme all'avvocato Giancarlo Chiariello un sistema che avrebbe favorito alcuni esponenti della criminalità organizzata locale le cui pene erano state ridotte in cambio di denaro. Adesso, rispondendo alle domande del gip di Lecce Giulia Proto, ha ammesso in parte i reati contestati. "Sono un collezionista con una grande passione per le armi, ma non ho legami con la criminalità organizzata". L'ex giudice ha anche negato di avere le chiavi della masseria dove è stato ritrovato l'arsenale.

All'interno di una dependance dell'azienda agricola era stata ricavata una botola per custodire le armi detenute illegalmente. L'ex gip di Bari ha parlato per circa tre quarti d'ora, spiegando nel dettaglio quali  fossero sue e quali invece no. In particolare ha negato di aver mai posseduto le armi con la matricola abrasa. Sue invece quelle risalenti alle grandi guerre. Anche in quel caso, la detenzione sarebbe stata illegale. Le armi erano custodite all'interno della botola da ormai tre anni. De Benedictis avrebbe affermato di aver acquistato l'arsenale sequestrato tramite intermediari. Non avrebbe quindi avuto contatti diretti con i trafficanti.

Insieme a lui è stato arrestato anche il caporal maggiore scelto dell'Esercito Antonio Serafino, che attualmente si trova all'interno del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Secondo i magistrati sarebbe proprio lui ad aver procurato le armi all'ex gip del Tribunale di Bari. Durante l'interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere: continuano quindi le indagini sul traffico di armi ipotizzato dalla procura. Il militare è stato interrogato in videocollegamento dal carcere di Santa Maria Capua Vetere. Attualmente detenuto anche l'imprenditore agricolo di Andria Antonio Tannoia che avrebbe fornito lo spazio per nascondere l'arsenale.

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