55 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Arezzo, gatto con rarissimo virus: i veterinari monitorano i pipistrelli

E’ stata avviata nel rione La Parata di Arezzo un’attività di vigilanza veterinaria della Asl sui pipistrelli: i controlli sono stati decisi a seguito del caso del gatto che aveva morso la sua proprietaria e che è risultato positivo al Lyssavirus, un raro virus simile alla rabbia la cui trasmissione a un felino è stata riscontrata solo una volta nel mondo, nel 1966.
A cura di Davide Falcioni
55 CONDIVISIONI
Immagine

E' stata avviata nel rione La Parata di Arezzo un'attività di vigilanza veterinaria della Asl sui pipistrelli: i controlli sono stati decisi a seguito del caso del gatto che aveva morso la sua proprietaria e che è risultato positivo al Lyssavirus, un raro virus simile alla rabbia la cui trasmissione a un felino è stata riscontrata solo una volta nel mondo, nel 1966. Secondo quanto si è appreso, l'area cittadina messa sotto attenzione dai veterinari, già perlustrata, è caratterizzata da un corso d'acqua, il torrente Castro, che procede per un tratto tombato in città, poi torna all'aperto vicino alle case e tra alberature. Nella zona c'è la casa in cui vive il gatto che ha morso la padrona e nel tratto tombato del torrente si anniderebbero colonie di pipistrelli. L'ipotesi è che uno di questi abbia trasmesso al gatto il Lyssavirus.

Il Lyssavirus è pericoloso per l'uomo?

Sono ancora scarse le informazioni sul virus che ha contagiato il gatto di Arezzo. Il Lyssavirus, anche noto come West Caucasian bat lyssavirus, fa parte dell'omonima famiglia comprendente 11 specie e ha come membro principe il Rabies lyssavirus, il patogeno che causa la rabbia classica e che si può trasmettere anche all’essere umano tramite la saliva di un animale malato. L’infezione del gatto aretino rappresenta un evento eccezionale che tuttavia non deve preoccupare eccessivamente, ha subito fatto sapere l’Associazione nazionale medici veterinari italiani. “L’ipotesi al momento più probabile è che il gatto di Arezzo abbia contratto il lyssavirus predando un pipistrello migratore, presumibilmente proveniente dal Caucaso”, ha spiegato Marco Melosi, presidente dell’Anmvi. “L’animale domestico ha dunque sviluppato un’encefalite che si è manifestata anche con aggressività anomala. Avendo morso i proprietari, il veterinario che aveva in cura l’animale ha agito molto bene: ha chiesto consulto alla clinica veterinaria Valdinievole, che è centro di riferimento neurologico nazionale, dove hanno predisposto l’osservazione cautelativa del gatto e fornito le cure possibili”. Alla morte dell’animale, come previsto dai protocolli di sorveglianza per la rabbia, il cervello è stato inviato all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per gli accertamenti, dai quali è emersa la rarissima infezione. “È necessario sottolineare che non siamo di fronte a un caso di rabbia classica, per cui anche la vaccinazione disponibile potrebbe non essere efficace contro questo specifico lyssavirus. Gli esperti lo stanno ancora studiando”, ha precisato Melosi. “Anche se è difficile fare previsioni, per quanto emerso finora possiamo dire che la trasmissione da animale a essere umano sia molto improbabile e che dopo due settimane dai morsi ricevuti sia i proprietari sia il veterinario stanno bene”.

55 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views