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Covid 19

Arcuri: “Crescita virus impetuosa, muoversi il meno possibile sennò il sistema sanitario non regge”

Domenico Arcuri, commissario straordinario dell’emergenza Covid-19 in Italia, ha fatto il punto della situazione dell’epidemia nel corso della conferenza stampa di oggi: “Crescita impetuosa del virus. Con questi numeri, se non si abbassa la curva, nessun sistema sanitario sarebbe in grado di reggere. Serve un patto di responsabilità ritrovata. Misure Dpcm non bastano: bisogna muoversi il meno possibile”.
A cura di Ida Artiaco
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"Sono 15.964 i pazienti Covid in ospedale e 1651 sono in terapia intensiva. Mal comune non è mezzo gaudio, ma questi numeri esprimono più di ogni mia parola la dimensione e l'ampiezza del virus". Comincia così la prima conferenza stampa del commissario straordinario dell'emergenza Coronavirus in Italia, Domenico Arcuri, che si è svolta oggi, giovedì 29 ottobre, alle 18. Arcuri ha fatto il punto della situazione dell'epidemia nel nostro Paese, partendo dalle differenze tra prima e seconda ondata. "I contagiati il 7 ottobre scorso erano 3667. Oggi ne sono otto volte di più di 21 giorni fa oggi. Ciò significa che, mutuando il linguaggio della scienza, la progressione dell'attuale Rt determina un raddoppio ogni settimana. Questa è la cruda e drammatica realtà dei numeri e ogni numero vale più di mille parole. Quale differenza con la prima ondata? Il 21 marzo avevamo 6557 contagiati, quel giorno morirono più di 700 italiani. Il 9 per cento degli infetti non c'era più e l'11 per cento era guarito. Fino a ieri il 6% dei contagiati in Italia è deceduto ma il 47% è guarito. Fino a quel giorno di marzo l'80 per cento di chi aveva fatto un tampone era risultato positivo, fino a ieri il 47%. Fino a ieri il 94% è in isolamento domiciliare e lo 0,6% in terapia intensiva, mentre a marzo il 56% dei positivi si curava a casa e il 7% era in rianimazione. Quel giorno a marzo avevamo fatto 26mila tamponi, ieri 198mila, otto volte di più".

Arcuri: "Ci troviamo in un nuovo dramma, diverso dal precedente"

La situazione ad oggi, dunque, è migliore rispetto a marzo, ma bisogna comunque fare molta attenzione. "Oggi noi rincorriamo il virus, lo intercettiamo, prima c'era esercito di asintomatici che non conoscevamo, oggi sappiamo che l'80 per cento dei contagiati è asintomatico. Oggi i focolai sono le famiglie e sono diffusi uniformemente in tutta Italia. Non voglio dirvi che è tutto ok. Stiamo vivendo un nuovo dramma, e per affrontarlo dobbiamo capire in cosa differisce dal precedente. Il 7 ottobre, 3 settimane fa, i contagiati in Italia erano sette volte in meno a oggi. Il virus si moltiplica, la crescita è impetuosa. E' vero che fa meno danni rispetto alla prima ondata ma fino a quando? Con questi numeri, se non si abbassa la curva, nessun sistema sanitario sarebbe in grado di reggere. E' evidente che se non raffreddiamo la curva non riusciamo a seguire e fronteggiare questa crescita. Dobbiamo farlo senza angosciarci, comprendendo bene in che condizione ci troviamo, ma cominciando a capire quanto questa onda è diversa dalla precedente. Vi supplico senza dare retta a chi dice che questo non è vero. Basta osservare i numeri".

"Misure Dpcm non bastano, muoversi il meno possibile"

Per raffreddare la curva che è in salita ci pensano le ultime misure del governo, che però da sole non bastano. Secondo il commissario straordinario "serve un patto di responsabilità ritrovata. Nella prima fase dell'emergenza gli italiani sono stati chiamati a fare enormi sacrifici e hanno dimostrato di essere responsabili. Oggi tutti sanno cosa devono fare: protezione individuale, distanziamento, assenza di assembramento, igiene del corpo. Temo che questo non basti. Serve un sacrifico ulteriore: dobbiamo muoverci il meno possibile. L'80% dei contagi avviene nelle famiglie. Vi ho spiegato che non abbiamo problema di affollamento reale delle terapie intensive ma grande problema di affollamento degli ospedali. Con quantità di contagi di questa portata, anche se intercettati prima e guariti meglio, il primo effetto che si determina è l'affollamento dei pronti soccorso. Muoviamoci solo quando necessario altrimenti nessun sistema sanitario, tanto meno quello, italiano riuscirebbe a reggere. Le misure che stanno prendendo negli altri paesi europei ci spiegano quale è la portata e le conseguenze di questo impeto".

Cosa è stato fatto finora

Infine, il commissario Arcuri è passato ad elencare tutti gli sforzi messi in campo negli ultimi mesi per preparare il paese alla nuova ondata di Coronavirus. "Abbiamo distribuito un miliardo e 600 dispositivi gratuiti ai nostri cittadini, dal 14 settembre sono state distribuite 542 milioni di mascherine gratuite in oltre 18mila istituti scolastici, abbiamo assicurato la frequentazione delle scuole primarie e materne in tutta Italia, sperando che ciò possa continuare, oltre a 12 milioni tamponi, abbiamo in animo di aumentare ad almeno 200mila la capacità di fare quotidianamente tamponi molecolari, e da lunedì altri test molecolari e antigenici. Un numero che riteniamo sufficiente per vigilare e accompagnare la diffusione della pandemia".

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