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Amore criminale: la storia di Norina Matuozzo, trucidata dal marito davanti ai figli

Il 2 marzo 2019, Norina Matuozzo, madre di due figli, viene freddata a colpi di pistola nell’appartamento dei suoi a Melito, dove si era rifugiata dopo la separazione dal marito. A sparare proprio lui, Salvatore Tamburrino, pregiudicato e violento legato al clan di Lauro. “Se mi lasci muori tu”, le aveva annunciato. La storia è al centro della puntata di ‘Amore criminale’ su Rai3.
A cura di Redazione
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Nella puntata di ‘Amore criminale’, il programma di Matilde D’Errico dedicato alle storie di femminicidio, la storia di Norina Matuozzo, giovanissima mamma di due figli uccisa dal marito boss nella casa dei suoi, dove aveva cercato rifugio dopo la separazione dal marito. Tra ricostruzioni fiction e interviste – tra cui quella ad Angela Marino, cronista di che ha seguito il caso per Fanpage.it – la storia viene dipanata dall’inizio dell’amore tra Norina e Salvatore e la condanna di quest’ultimo all’ergastoloper omicidio premeditato aggravato dai maltrattamenti.

Il caso Norina Matuozzo

Salvatore e Norina si conoscono per caso, alla fermata dell’autobus a Secondigliano, dove Norina va per lavoro. Giovane e bella, viene notata da Salvatore mentre aspetta alla pensilina. Lui, 30 anni circa, appare a una Norina giovanissima, maturo e sicuro di sé. Norina si innamora subito di quell’uomo che sembra volitivo e carismatico e presto resta incinta. Soltanto in futuro scoprirà che il vero lavoro del suo uomo è servire il clan di Lauro di Secondigliano, cosca camorristica che per anni ha gestito i principali traffici nel rione napoletano. Salvatore è l’uomo del boss, Marco Di Lauro, il braccio destro che lo assiste nella sua latitanza e che ne cura gli affari. Sei mesi dopo l’inizio della loro storia Salvatore Tamburrino viene arrestato con l’accusa di omicidio. Norina è irremovibile, vuole tenere il bambino e così, Salvatore la sposa in carcere. La famiglia di Norina non è favorevole a quell’unione, ma lei è ostinata, nessuno riesce a farle cambiare idea quando si mette qualcosa in testa. E l’amore, fintanto che a separarli c’è il divisorio della sala colloqui del carcere, continua a bruciare. Norina vive la sua favola con lettere e biglietti, non conosce veramente il suo compagno di vita, non lo conosce neanche la sua bambina, A., che presto, con la scarcerazione del padre, si vedrà comparire in casa un perfetto estraneo.

L'incubo di Norina

A tu per tu, tra le mura domestiche dell’appartamento che Salvatore ha affittato per la famiglia al rione dei Fiori, Norina saggia da vicino la vera natura dell’uomo che ha scelto. Collerico, violento, geloso, controllante. Salvatore le impedisce di lavorare, truccarsi, andare in palestra, curare il suo corpo e la sua bellezza, se non nei modi che decide lui. La vuole dimessa, vestita con felpe che le coprono i fianchi, teme che qualcun altro noti la sua bellezza. Per tenerla stretta in pugno, la maltrattata psicologicamente, la insulta, le dice spesso che è brutta, magra, la costringe a subire i suoi scatti d’ira, come quando getta del cibo a terra solo per costringerla a ripulire. La picchia, anche davanti ai bambini, ma Norina ha troppa paura per denunciarlo, teme che la sua reazione sarà più violenta e furente che mai. Quando era in carcere, durante un colloquio, l’aveva aggredita infilandole le dita negli occhi, come dovesse cavarglieli, in un’altra occasione l’aveva aggredita strangolandola, salvo fermarsi per l’intervento della figlia. La giovane Norina, nel frattempo diventata madre per la seconda volta di un maschietto, ha perso l’entusiasmo e l’ingenuità dei primi tempi, ma subisce. Si rifugia nell’amore dei suoi figli, che coltiva come due perle e nel sostegno dei genitori e della famiglia. Non è facile per niente. Salvatore la tradisce. Norina litiga, va a casa dei suoi, ci resta quindici giorni, lui va a riprenderla e si ricomincia da capo. Anche se non è più innamorato di lei come un tempo, la vuole comunque con sé, chiusa in casa, a sua disposizione. Sua moglie non deve rifarsi una vita.  Per chi gli sta intorno è difficile decifrare quell’uomo. Al netto dei periodi trascorsi in carcere, nessuno sa quali siano le sue vere attività. Nessuno, sebbene l’affiliazione al clan sia cosa prevedibile, sospetta quale sia il suo status all’interno dell’organizzazione. Coi conoscenti, a scuola, è un uomo ‘normale’. Solo i fedelissimi della cosca conoscono veramente la sua posizione di luogotenente, alterego del boss, Marco di Lauro, latitante dal 2004, da quando sfuggì all’arresto nella famosa notte delle manette. Proprio lui, imprendibile, e pericoloso, è l’uomo ai cui ordini risponde Tamburrino. Ma a casa è solo Salvatore, padre padrone.

L'ultima infedeltà

I rapporti con Norina, sempre più stanca e triste, si incrinano definitivamente con la scoperta, scioccante, il 28 febbraio 2019, della relazione di Salvatore con la vicina, che una sera una sera irrompe in casa di Norina urlandole: ‘devi tenere a bada tuo marito’. Norina scopre contemporaneamente due cose: che suo marito ha avuto una relazione e che sta perseguitando quella ragazza per impedirle di lasciarlo. Pedinamenti, insulti, botte, molestie verbali, minacce. È la fine del matrimonio.  Salvatore nega l’evidenza, sostiene che sia la ragazza a dargli fastidio, prova a mettersi in contatto con la moglie, che intanto ha riparato a casa dei genitori a Melito, coi bambini, per fare pace. L’indomani, il giorno in cui sarebbero dovuti partire per Disneyland Paris, intorno alle 15, va a trovarla dai suoceri. Sembra un disco rotto, chiede scusa, dice che si occuperà di tutto, ma Norina è irremovibile.  "Se mi lasci o moriamo tutti e due o muori tu", minaccia. Esausta, pur di mettere fine a quella che Salvatore viveva come una trattativa, decide di riceverlo la mattina del 2 marzo alla presenza dei genitori. Nessuno di loro sa che ha una pistola. Salvatore è calmo, parla con toni pacati, ma resta in piedi in stato di tensione. Tenta l’ultima riappacificazione, ma ormai ha deciso, vuole sentirglielo dire un’ultima volta: “non ti amo più, non ti voglio più”. Quando è certo, solleva la pistola con due mani, spara a distanza di 40 cm da Norina. Lei si scherma con le braccia, ma viene attinta al petto. La pistola era già carica.  Tamburrino si allontana velocemente, scende i sei piani che lo separano dal garage e si dà alla fuga. Nel frattempo, dà il via a una sequela di telefonate in cui annuncia l’omicidio alle persone che facevano parte del suo mondo: la cognata, la sorella, il cognato, perfino l’amica dell’amante e intermediaria tra loro due. “Che ho combinato! Che ho combinato! mi hanno rovinato la vita…poveri figli miei…ho sparato a mia moglie”.

L'arresto di Marco Di Lauro

"L’ha uccisa, l’ha uccisa, l’ha detto e l’ha fatto”. grida intanto mamma Gabriella. Norina è in una pozza di sangue, tra le braccia della madre urlante. La figlia maggiore accorre scoprendo che sua madre è stata uccisa, i bambini, il fratellino minore e il cugino, vengono portati via. Poco dopo Tamburrino fa il suo ingresso nello studio del suo legale a Secondigliano. È allora che mette a punto i dettagli di quella che sarà la della sua strategia difensiva. Rivela ciò che sa di Marco Di Lauro, il suo capo, il boss latitante da più di una dozzina di anni. Quel giorno Di Lauro viene arrestato con una maxi-operazione delle forze dell'ordine. Tutto questo, però, non servirà a diminuire le sue responsabilità per l’omicidio della moglie. Salvatore Tamburrino viene condannato  il 3 marzo 2020 all’ergastolo nel processo con rito abbreviato. Il reato è quello di omicidio volontario dalla premeditazione, dal vincolo sentimentale con la vittima, dalla presenza di figli minori e dai maltrattamenti. Viene inoltre condannato per possesso illegale di arma clandestina aggravato dall’uso a scopo omicidiario, la revolver Ruger calibro 357 magnum con matricola abrasa che portava in tasca quella mattina.

Salvatore Tamburrino oggi

In carcere ha tentato di mettere in scena la seminfermità, tentativo scoperto grazie ai pizzini con cui dava istruzione ai familiari di assecondarlo. Oggi, a causa dello status di collaboratore di giustizia assunto dal Tamburrino dopo il suo ‘pentimento’, i suoi figli sono stati costretti a lasciare la Campania insieme ai nonni materni. “Dal 2 marzo 2019 la nostra vita è stata completamente stravolta – dice oggi mamma Gabriella – un minuto prima eravamo una famiglia felice un minuto dopo la nostra amata Norina era l'ennesima vittima di femminicidio. L’unica cosa che ci fa andare avanti è darle la giustizia che merita, perché chi ha causato tutto ciò abbia una pena esemplare. É una battaglia che combatteremo fino alla fine ed è una promessa che le abbiamo fatto quando le abbiamo dovuto dire addio. Norina, la tua famiglia ti ha amata in vita e ti continua ad amare oltre la stessa, sempre.”

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