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Alexandra uccisa a Bolzano, l’ex compagno: “L’ho colpita, poi ho sbloccato il suo telefono con la mano”

“L’ho colpita, rantolava. Poi ho sbloccato il suo telefono con la sua mano senza vita”: il racconto dell’orrore dell’assassino reo confesso di Alexandra Elena Mocanu, barista 35 anni, uccisa a martellate la sera del 22 ottobre 2022 a Bolzano.
A cura di Biagio Chiariello
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Prima l’ha ammazzata, poi ha poggiato la sua mano senza vita sullo smartphone per sbloccarlo così da poter inviare un messaggio alla datrice di lavoro per dire che si sarebbe assentata per qualche giorno. È durata cinque ore la deposizione, in Corte d’assise a Bolzano, di Avni Mecja, il muratore di 27 anni accusato di omicidio pluriaggravato per la morte della ex compagna, Alexandra Elena Mocanu, barista 35 anni, uccisa a martellate la sera del 22 ottobre 2022.

“Non ho visto più nulla, c’era come una nebbia. L’ho colpita due volte, poi mi sono seduto accanto a lei. L’ho coperta, perché mi dispiaceva, e poi le ho messo due sacchi sulla testa perché la sentivo rantolare. Le ho messo anche un fil di ferro attorno al collo, ma non potevo stringere. Non volevo che soffrisse”, ha ammesso Mecja.

E ancora: “Poi ho preso il suo cellulare, la mano era rimasta scoperta e con il suo dito l’ho sbloccato e ho mandato un messaggio alla titolare del bar dove lavorava, per dirle che sarebbe stata via qualche giorno. Ho preso i vestiti, le scarpe e me ne sono andato”.

L'imputato nel corso della deposizione ha raccontato come ha conosciuto Alexandra a partire dai primi mesi di conoscenza nell’agosto 2020. Lei che inizialmente "non voleva dirmi che faceva la cubista in un night club. Io la vedevo tornare a casa con dei lividi, non mi piaceva. È stata lei, un giorno, a decidere di mollare quel lavoro. Lo ha fatto per me".

Poi le liti e la denuncia di lei, "poi ritirata ma andata avanti d'ufficio" per maltrattamenti, quindi gli arresti domiciliari e l'obbligo di dimora, poi diventato divieto di avvicinamento a Mocanu, che nonostante tutto sceglie di trasferirsi con lui. "Ha voluto accompagnarmi a Bolzano in macchina, e non se n'è più andata" rivela.

I primi tempi vivono in un hotel a Bolzano, poi, a febbraio 2021, affittano l’appartamento di viale Trieste, dove si consumerà l'omicidio.

La situazione però cambia nell'aprile 2022 quando la donna inizia a lavorare, e con l'indipendenza economica, a detta dell'ex compagno, "diventa un'altra persona".

A settembre, Mecja scopre che Alexandra ha iniziato un'altra relazione e comincia a pedinarla. Nasconde anche un cellulare nella macchina di lei per ascoltare le sue conversazioni al telefono e poi sceglie di affrontata, in un litigio degenerato nel brutale omicidio. Dopo una breve fuga a Tirana in Albania, il ritorno a Bolzano per costituirsi.

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