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Al Rizzoli di Bologna nasce una stanza dei desideri per i piccoli malati di tumore

Al quarto piano dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna è stata inaugurata la “Stanza dei desideri di Eleonora”, un luogo dedicato ai piccoli pazienti dell’ospedale in cui giocare e divertirsi e in ricordo di Eleonora, morta a 12 anni per un osteosarcoma dopo essere stata ricoevrata lì per mesi. “Mi diceva: mamma fammi divertire. Diceva che il dolore l’aveva soprattutto nel cuore, è stata una delle ultime frasi che mi ha detto”.
A cura di Ida Artiaco
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La stanza dei sogni al Rizzoli di Bologna (Screen Ètv).
La stanza dei sogni al Rizzoli di Bologna (Screen Ètv).

Una stanza coloratissima e dipinta dai writers in cui giocare, fare amicizia e divertirsi nonostante il dolore. Al quarto piano dell'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna è stato inaugurato uno spazio interamente dedicato ai pazienti in età pediatrica che proprio lì sono ricoverati mentre lottano contro gravi malattie alle ossa. È stata ribattezzata la "Stanza dei desideri di Eleonora", in ricordo di una bambina di soli 13 anni morta a causa di un osteosarcoma della gamba nonostante le cure a cui si è sottoposta proprio nell'ospedale emiliano. Sono stati i suoi genitori a chiedere al nosocomio circa un anno fa che fosse creato un luogo dedicato ai più piccoli, affinché la loro permanenza durante le terapie sia reso meno pesante e più adatta alla loro giovane età.

Così uno dei medici del Rizzoli, Massimiliano De Paolis, 49enne dirigente medico del reparto di Oncologia muscolo-scheletrica, ha deciso, insieme alla onlus Arcs, di aiutare a realizzare il sogno dei genitori di Eleonora. "Il programma era già in cantiere – ha raccontato la mamma della 12enne, Sabrina Bergonzoni -: la mia è stata solo un'ulteriore spinta propulsiva, oltre che mediatica, a realizzarlo. Eleonora è stata diciassette mesi ricoverata qui, tra una dimissione e l'altra, e aveva sempre questo bisogno, mi diceva: mamma fammi divertire. Diceva che il dolore l'aveva soprattutto nel cuore, è stata una delle ultime frasi che mi ha detto". Così, è nata l'dea di realizzare "un ambiente curato, nato per assecondare la parte più ludica dei piccoli pazienti e aiutarli a provare meno dolore: mia figlia beneficiava dei momenti in cui riusciva a staccare la testa dai pensieri tossici, tipici di questo ambiente".

Dopo mesi di lavori, la "Stanza dei desideri di Eleonora" è diventata finalmente realtà, grazie anche alla supervisione della caposala Daniela Di Nicolantonio. Mobili e attrezzature sono stati donati da alcune aziende dell'hinterland bolognese, mentre i giochi sono stati raccolti nel corso di una grande ondata di solidarietà. Tutti i disegni che colorano le mura del locale sono stati realizzati con la partecipazione del writer Rusty, che si è avvalso dell'assistenza di alcuni giovani ragazzi con precedenti per imbrattamento: "La frase che abbiamo scelto, Play the game – ha spiegato al quotidiano romano -, ovviamente può essere intesa in diversi modi: l'abbiamo scelta perché è la stanza dei giochi, ma vuole anche dire rischiatela, giocatela, la tua partita".

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