Giallo su Ahmed, ritrovato senza vita nel Brenta: il suo telefono era stato raccolto da un passante

Dopo cinque giorni di ricerche il corpo di Ahmed Jouider, il 15enne di origine marocchina scomparso da Padova lo scorso giovedì in circostanze poco chiare, è stato ritrovato sul fiume Brenta, poco dopo le 10 di martedì 26 aprile.
Prima del giovane senza vita ieri sera era stato ritrovato il suo cellulare, raccolto da un giovane sul ponte pedonale che collega il quartiere Torre a Cadoneghe, una passerella molto frequentata. Dopo la notizia del telefonino i vigili del fuoco hanno iniziato a battere il fiume, rinvenendo in mattinata il corpo, al centro del corso d'acqua, a 7 metri di profondità.
E proprio da quel cellulare erano stati inviati i messaggi vocali indirizzati alla fidanzata il giorno della scomparsa. Messaggi che aprono più di un interrogativo: "Tornerò morto, o mi faranno molto male", queste le sue ultime parole, inviate da quel telefonino che ora la Squadra Mobile di Padova dovrà analizzare per tutte le analisi del caso. Al momento nulla è escluso.
Sul cadavere del 15enne non sarebbero emersi segni di violenza, nessuna ecchimosi o ferita, che possa far pensare a una colluttazione. Ma gli inquirenti stanno vagliando tutte le ipotesi, e per questo è stata disposta l'autopsia. Da quanto si apprende, quando è stato ritrovato il ragazzo aveva gli stessi abiti che indossava al momento dell'allontanamento da casa, cioè una tuta da ginnastica nera e un paio di sneakers bianche. Tra le ipotesi al vaglio c'è anche quella del suicidio: la sera della scomparsa, Ahmed aveva salutato la mamma e la sorella con particolare affetto, particolare questo che le donne avevano fatto presente alle autorità con molta preoccupazione, temendo che potesse essere successo qualcosa
Gli investigatori dovranno ora ricostruire come sia morto l'adolescente, che non aveva particolari problemi anche a scuola. Le risposte potrebbero arrivare proprio da quel telefonino, ritrovato sulla passerella, che potrebbe fornire molte risposte.