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Abrignani dice che il 40% dei vaccinati o guariti potrebbe infettarsi con la nuova variante Omicron

La sottovariante BA 5 “ha a disposizione un bacino di persone suscettibili più ampio grazie alla capacità di aggirare le difese del sistema immunitario eretto dalla vaccinazione o da precedenti infezioni naturali”, dice Abrignani.
A cura di Annalisa Girardi
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"BA 5 viene considerata contagiosa quanto il morbillo con un infetto che ne contagia altri 15". Sergio Abrignani, immunologo dell'Università degli Studi di Milano avverte in un'intervista sul Corriere della Sera sulla contagiosità delle nuove sottovarianti, ma rassicura sul fatto che queste si stiano dimostrando meno aggressive. Nelle prossime settimane, spiega, bisognerà comunque fare attenzione, in quanto la sottovariante BA 5 "ha a disposizione un bacino di persone suscettibili più ampio grazie alla capacità di aggirare le difese del sistema immunitario eretto dalla vaccinazione o da precedenti infezioni naturali". Poi Abrignani aggiunge "Il 40% dei vaccinati si può infettare e il 7% per la seconda volta, il doppio rispetto alle altre varianti".

Ad ogni modo, la prospettiva di avere un vaccino aggiornato per l'autunno, "disegnato sulla variante Omicron", rende più ottimisti. "Non penso che torneremo indietro ripristinandole", dice Abrignani parlando delle misure restrittive per evitare la diffusione dei contagi Covid. Potrebbe essere arrivato anche il momento di rinunciare all'isolamento dei positivi? "Abolire l'obbligo di isolamento significherebbe accettare un rapporto di convivenza totale con virus, rinunciare a contenerlo dl tutto, mettendo in conto di perdere più persone. Si pensi che tra il 15 maggio e metà giugno abbiamo avuto circa 2 mila morti da Covid, la metà del mese precedente. È plausibile che se non ci fosse stato l'obbligo d'isolamento per i positivi avremmo pianto più morti", sottolinea Abrignani. Spiegando però che, nonostante come "azione di sanità pubblica potrebbe apparire sbagliato", in realtà non lo sia se si pensa al bisogno di tornare alla normalità. "Abbiamo vissuto inverni alle prese con epidemie influenzali pesanti, l'ultima nel 2018 che fece circa 8-10 mila morti. Eppure i malati non dovevano restare a casa isolati in quarantena", conclude l'immunologo.

Pochi giorni fa è stato tolto l'obbligo di mascherina nei cinema e nei teatri, anche se è stato prorogato oltre che negli ospedali anche sui trasporti fino al prossimo settembre. È quindi probabile che la discussione sulla fine dell'isolamento per i positivi nel nostro Paese sia ancora lontana.

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