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“Abbiamo paura, è violento, prendetevi nostro figlio di 13 anni”, la denuncia di una famiglia

Una famiglia del Bolognese si è rivolta ad un legale: “Mio figlio non accetta i ‘no’. Dormiamo con le porte chiuse a chiave e ci sentiamo in pericolo”. Il ragazzino avrebbe anche ferito il fratellino minore con un coltello.
A cura di Biagio Chiariello
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"Abbiamo paura, prendetevi nostro figlio”. Una coppia di Bologna si è rivolta ad un legale per cercare di risolvere la drammatica situazione familiare che coinvolte in prima persona il figlio di 13 anni. Come riporta il Corriere della Sera, il giovane ha accoltellato il fratellino minore. Fortunatamente, lo ha ferito al braccio in modo superficiale. Ma la famiglia è davvero molto preoccupata per il suo comportamento, che peggiorerebbe anno dopo anno.

"Dormiamo con le porte chiuse a chiave e ci sentiamo in pericolo — spiega il papà — È inutile negarlo, abbiamo anche ricevuto minacce di nostro figlio che diceva che ci avrebbe ucciso nel sonno o che avrebbe dato fuoco a casa".

Al 13enne è stato diagnosticato un disturbo depressivo. La mamma e il papà si sono rivolti ad un avvocato ed hanno querelato l’assistente sociale del comune di residenza, accusandolo di mancato intervento, omissione d’atti d’ufficio e lesioni colpose.

Il legale ha spiegato che tutto è iniziato circa due anni e mezzo fa, quando il piccolo – all'epoca 11enne – ha iniziato a mostrare comportamenti violenti. I due genitori spaventati hanno chiesto aiuto. Il bambino ha iniziato a ricevere farmaci calmanti ed è stato affidato all’Ausl, per le cure psicologiche di cui aveva bisogno.

L’assistente sociale avrebbe poi consigliato alla famiglia di dedicare un spazio chiuso solo per il ragazzino nel garage, affinché potesse starsene tranquillo. Ma la situazione è peggiorata: in quello spazio, il 13enne ha cominciato a sfogare la sua rabbia, facendo danni 9 mila euro di danni.

Negli ultimi tempi, è degenerata: pare che il minore sia arrivato a ferire con un coltello il fratellino minore, a minacciare di togliersi la vita e di uccidere tutta la famiglia.

Il Corsera evidenzia come negli anni lo stesso ragazzino avrebbe denunciato le violenze in famiglia, raccontando che veniva picchiato dal padre, tanto che gli assistenti sociali avevano maturato l'idea di togliere ai due genitori anche l’altro figlio e di affidarlo ad un’altra famiglia.

Queste le parole del papà:

Mio figlio non accetta i no. Io e mia moglie conviviamo felicemente da 20 anni, non siamo mai stati violenti con i nostri figli. Nostro figlio prende una terapia pesante e anche le neuropsichiatre si sono rese conto che è un impegno che va oltre le nostre capacità Avrebbe bisogno di essere seguito 24 ore su 24.

Il legale ha continuato a spiegare:

Da un mese a questa parte, nonostante l’urgenza del caso, il Tribunale non ha emesso provvedimenti e non ha convocato le parti. La soluzione non può essere quella di lasciare il bambino con i genitori.

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