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A rischio crollo la Torre Garisenda, il sindaco di Bologna: “La salveremo con i tralicci usati a Pisa”

Per mettere in sicurezza la torre Garisenda di Bologna saranno impiegati i tralicci utilizzati per raddrizzare la torre di Pisa che, opportunamente modificati, consentiranno di accorciare i tempi e i costi dell’intervento. Lo ha detto il sindaco Matteo Lepore. La notizia della necessità di operare un restauro sulla “compagna” della torre Asinelli, è scattato lo scorso novembre e la notizia aveva fatto il giro del mondo.
A cura di Eleonora Panseri
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Per mettere in sicurezza la torre Garisenda di Bologna saranno impiegati i tralicci già utilizzati per raddrizzare la torre di Pisa che, opportunamente modificati, consentiranno di accorciare i tempi e i costi dell'intervento.

A dirlo è il sindaco Matteo Lepore che ha parlato delle operazioni di restauro del monumento simbolo della città nel corso di un incontro organizzato in Comune. "L'obiettivo è fare presto, fare bene e mettere in sicurezza la Torre Garisenda entro il 2024″, ha aggiunto.

La notizia della necessità di operare un restauro sulla Garisenda, la "compagna" della torre Asinelli, dopo anni di monitoraggi è scattato lo scorso novembre quando, in una lunga relazione tecnica, erano state riportate tutte le anomalie della torre rilevate soprattutto negli ultimi tempi. La notizia aveva fatto il giro del mondo.

Il sindaco di Bologna: "Nel 2025 e 2026 ulteriore lavoro di consolidamento e restauro"

"Grazie ai tralicci già utilizzati per la Torre di Pisa potremmo installare all'interno della cerchia dei container rossi le due strutture che tireranno la Garisenda per evitarne un eventuale crollo – ha spiegato Lepore – Questo consentirà di mettere in sicurezza la torre e poter uscire da quella eventuale zona di allerta gialla, stabilita dalla protezione civile, e riportare l'area nella zona verde che vuol dire sicurezza per tutti e anche una possibile riapertura al pubblico della Torre Asinelli".

"Nel 2025 e nel 2026 ci sarà l'ulteriore lavoro di consolidamento e restauro, che va ancora progettato", spiega Lepore che stima "in circa 6 mesi" il tempo necessario per adattare le strutture usate per la torre di Pisa alla realtà bolognese. Anche i container rossi, posizionati intorno alle Due Torri, resteranno per garantirne la sicurezza.

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"Le strutture che hanno salvato la Torre di Pisa ci aiuteranno anche a salvare la Torre di Bologna", conclude Lepore sottolineando come per completare i lavori saranno sufficienti i "19 milioni di euro che abbiamo già raccolto" e che "serviranno per questi interventi e per tante altre cose"

Dopo un attento vaglio tra diverse ipotesi di intervento, il gruppo di esperti nominati dal Comune di Bologna (i professori Nunziante Squeglia, Stefano Podestà, Massimo Majowiecki e l'architetto FranciscoGiordano), d'accordo con l'ingegner Gilberto Dallavalle, il progettista incaricato dei primi interventi di messa in sicurezza, il responsabile unico del progetto (RUP) e i suoi collaboratori, ha avanzato questa soluzione.

Le tre fasi per la messa in sicurezza della Torre Garisenda

Sarebbero tre le fasi individuate dal pool di tecnici. Quella iniziale prevede il montaggio delle strutture in acciaio già utilizzate a Pisa, che verranno alzate e adattate alla realtà bolognese, e serviranno per poter operare in sicurezza alla base della Torre. Il secondo step prevede interventi sulla muratura della Garisenda, tra cui operazioni di consolidamento tradizionali, quali per esempio iniezioni di miscela di malta a base di calce idraulica compatibile con quella presente.

Il terzo passaggio, infine, è quello in cui l'intervento di messa in sicurezza si dovrebbe concludere, effettuate le necessarie verifiche, con la messa in tiro dei cavi delle torri di contrasto. Una volta ultimato, il livello di sicurezza della torre Garisenda migliorerà perché diminuirà o stato di sollecitazione alla base della zona maggiormente critica.

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