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A Favignana arrestato il Sindaco: “Corruzione e multe per chi non lo aveva votato”

Giuseppe Pagoto è accusato di corruzione, falso e turbativa d’asta. Ai domiciliari anche il comandante della polizia municipale e l’ex vicesindaco. Secondo la procura di Trapani, il primo cittadino tra le altre cose aveva anche chiesto al comandante di fare controlli mirati alle attività commerciali che non lo appoggiavano alle elezioni amministrative.
A cura di Antonio Palma
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Niente controlli e dunque niente sanzioni ai commercianti amici che avevano favorito la sua rielezione a sindaco ma al contrario controlli severi e multe pesanti a chi invece non lo aveva votato e ostacolato. Sono solo alcune delle pesanti accuse mosse dagli inquirenti contro il sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto, arrestato nelle scorse ore della Guardia di finanza e finito ai domiciliari su ordine del Gip di Trapani su richiesta della locale Procura della Repubblica. Con il primo cittadino dell’ISola in manette sono finiti anche il comandante dei vigili urbani, l’ex vice sindaco e una dipendente della società che si occupa dell’approvvigionamento idrico.

Alla base dell’inchiesta infatti vi è proprio una maxi frode sull’approvvigionamento idrico dell’Isola. Secondo le Fiamme Gialle, per lungo tempo le navi avrebbero scaricato una quantità inferiore di acqua potabile rispetto a quella segnata nei documenti ufficiali con la complicità delle istituzioni locali. "Alcuni funzionari comunali hanno omesso volutamente l'effettuazione dei controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi e inoltre sarebbe stata attestata falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati” spiegano dalla Tenenza di Favignana valutando il danno erariale in circa 2 milioni di euro.

L’inchiesta, partita da una denuncia anonima ma ben documentata, secondo gli inquirenti ha portato alla luce un vasto sistema d corruzione. Tra le altre cose contestate, anche la gestione dell'Area marina in cui ad esempio sarebbero state assunte persone attraverso un sistema clientelare. I reati contestati a vario titolo sono corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.

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