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Orrore a Macerata, spari contro gli immigrati

Attentato di Macerata, Traini: “Volevo uccidere il killer di Pamela in Tribunale”

E’ atteso per oggi l’interrogatorio di garanzia nei confronti di Luca Traini, il neofascista autore degli agguati contro immigrati a Macerata. Intanto dalla Procura fanno sapere che non sono sei ma 11 gli stranieri finiti nel mirino del maceratese.
A cura di Davide Falcioni
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Luca Traini, il neofascista che sabato ha compiuto un attentato a Macerata sparando all'impazzata contro immigrati, voleva recarsi in tribunale e uccidere Innocent Oseghale, il nigeriano presunto assassino di Pamela Matropietro. Solo all'ultimo avrebbe cambiato idea e scelto di aprire il fuoco contro ogni persona di colore incontrata lungo la strada. È quanto ha detto lo stesso Traini nelle dichiarazioni spontanee fatte ai carabinieri dopo l'arresto. "Sono rimasto sconvolto dalle modalità brutali con le quali è stata uccisa Pamela – ha raccontato l'uomo – e così ho deciso di fare un'azione personale. Volevo andare in tribunale e fare giustizia, volevo colpire il nigeriano. Ma poi ho cambiato idea".

Nel mirino di Traini 11 immigrati (e non sei)

Dalla Procura di Macerata intanto fanno sapere che sono 11 gli stranieri vittime della follia razzista di Traini sabato mattina per le vie di Macerata. All'uomo, accusato di strage aggravata dalla finalità di razzismo, viene contestato non solo il ferimento dei sei immigrati africani  ricoverati negli ospedali ma, anche, di aver sparato verso altri tre migranti che non sono stati colpiti e verso due persone che, dopo aver richiesto l'intervento dei sanitari, non si sono fatte trovare, forse perché non in possesso dei documenti in regola. Come se non bastasse il maceratese ha sparato anche contro una sede del PD e contro alcuni negozi frequentati da immigrati. Prima di consegnarsi alla polizia Traini
si è recato nel luogo dove sono state ritrovate le valigie con i resti di Pamela: lì ha lasciato una scatola di proiettili vuota e una sorta di cero votivo di Mussolini.

Erdogan: "A Macerata un attacco all'Islam"

Anche il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, che oggi ha dato  il via a una serie di incontri diplomatici in Italia, ha commentato i fatti di Macerata: "L'attacco che ha preso di mira degli stranieri mostra quanto grande sia diventata la minaccia della xenofobia. Non c'è differenza tra gli attacchi di un'organizzazione terroristica e attacchi razzisti di questo genere. Il raid di Macerata è un attacco razzista, non diverso da episodi di attacchi a moschee luoghi legati alla religione islamica. Abbiamo visto quanto accaduto in Myanmar. Dinanzi a questi episodi è obbligatorio mostrare una reazione decisa". Il leader turco, che incontrerà il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Gentiloni e Papa Francesco, ha quindi aggiunto: "Quanto avvenuto a Macerata mostra la grandezza di questo problema", riferendosi al diffuso sentimento di islamofobia e razzismo che sabato mattina è giunto all'apice con l'attentato di Macerata.

Luca Traini resta in carcere: oggi l'interrogatorio di garanzia

Intanto Luca Trani, autore degli agguati contro immigrati, oggi incontrerà i magistrati per l'interrogatorio di garanzia: il 28enne è detenuto nel carcere di Ancona e deve rispondere di strage aggravata dalle finalità di razzismo, porto abusivo di armi e altri reati. L'uomo è stato condotto sabato notte nel penitenziario di Montacuto, lo stesso dove è rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano presunto assassino di Pamela.Traini è in isolamento e sabato pomeriggio, dopo la cattura, ha fornito molti dettagli per spiegare il suo gesto. "Ero in auto e stavo andando in palestra quando ho sentito per l'ennesima volta alla radio la storia di Pamela. Sono tornato indietro – avrebbe raccontato – ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola". Che si sia trattato di un attentato di matrice fascista lo dimostrano anche gli oggetti sequestrati ieri dai carabinieri nella casa dell'Italiano: una copia del Mein Kampf, una bandiera con la croce celtica e altre pubblicazioni riconducibili all'estrema destra. Gli investigatori hanno anche sequestrato i computer dell'uomo per verificare se vi siano elementi utili alle indagini.

I nomi dei sei immigrati feriti: sono fuori pericolo

Intanto continuano ad essere stazionarie le condizioni dei sei feriti del raid xenofobo di Traini. Si tratta di Mahamadou Toure, 28enne maliano, il primo ad essere stato colpito ed è ricoverato in rianimazione con un ematoma al fegato. Jennifer Otioto, nigeriana di 29 anni, abita a Macerata da due mesi ed è l'unica vittima donna. Dalla stessa nazione arriva il 26enne, Gideon Azeke, che è stato colpito ad una gamba. Diverse fratture alle costole e una contusione polmonare per il 20enne ghanese Wilson KofiFestus Omagbon, 32enne nigeriano, ha riportato una lesione vascolare al braccio destro, mentre il 23enne del Gambia Omar Fadera è stato colpito solo di striscio.

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