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Nave Aquarius

Aquarius2 all’Ue: “58 migranti non sono un problema: i governi li trattano come ostaggi”

Dopo la revoca della bandiera da parte di Panama, durante la conferenza stampa a Roma, le ong Sos Méditerranée e Msf hanno lanciato un appello a tutti gli Stati europei: “Chiediamo al governo panamense di tornare sulla sua decisione. Chiediamo poi che venga concessa l’iscrizione della bandiera dell’Aquarius 2 nel registro di un Paese Ue”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi si è svolta a Roma la conferenza stampa organizzata dalle ong Sos Méditerranée e Msf sul caso della nave Aquarius, a cui Panama ha intenzione di togliere la bandiera e di cancellarla dai propri registri marittimi: Frederic Penard, direttore delle operazioni Sos Méditerranée, ha reso noto parte del contenuto del messaggio inviato dall'autorità marittima panamense al proprietario della nave umanitaria, messaggio che le Ong non possono rendere pubblico in modo integrale. Panama ha detto di aver "ricevuto informazioni dalle autorità italiane" e le autorità hanno cosi' "preferito non mantenere una situazione che ritengono problematica".

Panama ha informato l'armatore venerdì 21 settembre di dover procedere all'esclusione dell'imbarcazione dal registro, perché "la sua presenza in mare rappresenta un problema politico". Queste dichiarazioni quindi confermerebbero le accuse lanciate dagli stessi volontari nei confronti del governo italiano. Accuse che il Viminale ha sempre rispedito al mittente. Penard ha voluto sottolineare che l'Aquarius ha sempre agito nel rispetto delle leggi internazionali e ha definito "illegale" la decisone di Panama, appellandosi ai governi europei, affinché concedano una bandiera a quella che è l'unica nave umanitaria rimasta ad operare nel Mediterraneo centrale.

"È stato uno schock per noi il ritiro della bandiera di Panama all'Aquarius 2. Siamo l'ultima nave di Ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Abbiamo fornito oltre 70 certificazioni alle autorità per l'iscrizione al registro, tutto era in regola. Così abbiamo chiesto spiegazioni. Abbiamo sempre agito nella legalità – ha ribadito Penard – Abbiamo condotto centinaia di operazioni di salvataggio. Non accettiamo i respingimenti verso la Libia perché violano il diritto umanitario internazionale", che impone alle navi di non riportare persone verso un Paese non considerato sicuro. "Chiediamo al governo panamense di tornare sulla sua decisione. Poi chiediamo una presa di posizione da parte dell'Unione europea: quei Paesi ripetono di aderire ai valori della solidarietà. È il momento di dimostrarlo, concedendo l'iscrizione della bandiera dell'Aquarius 2 nel registro di un Paese europeo". In caso contrario il natante rischia di diventare una nave pirata. Per concludere Penard ha chiesto di non criminalizzare il soccorso: "La società civile faccia pressione sui propri governi per sostenere il nostro lavoro".

Secondo quanto riferito anche dalla portavoce Mathilde Auvillain, i timori sarebbero frutto di informazioni che provengono dall'ambasciata a Roma. Al momento Aquarius 2 si trova in acque internazionali vicino a Malta, in attesa di poter effettuare il trasbordo dei 58 naufraghi, recuperati in due diverse operazioni la scorsa settimana. Lo sbarco dei migranti, che saranno poi suddivisi tra 4 Stati europei, è stato ritardato dalle cattive condizioni meteo. Al termine dell'operazione Aquarius farà rientro a Marsiglia, sperando di risolvere il problema della bandiera.

"Siamo accusati di essere vicescafisti, ma in realtà forse sono le politiche europee, che non pensano a ripristinare canali legali, ad alimentare il problema", sottolinea Claudia Lodesani, presidente di Medici senza frontiere (Msf). "Gli sbarchi sono diminuiti perché le persone rimangono in Libia, ma la Libia è un inferno, e ci chiediamo se sia giusto rimandare le persone lì. Il risultato dello smantellamento del soccorso in mare è che ogni singolo salvataggio viene trattato caso per caso, ricomincia la discussione tra i Paesi europei. Prima c'erano delle regole, con un sistema che metteva la vita delle persone al centro, ora vengono usate un po' come ostaggio dai governi europei. Parliamo di tutti, che sia Macron, che sia Orban, che sia Salvini. Un continente come l'Europa è in crisi per 58 persone".

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