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Allarme miele: dimezzata la produzione italiana, in aumento i furti di alveare

L’allarme lanciato da Coldiretti. La colpa è anche del clima, ma sopratutto dell l’arrivo in Italia dell’insetto killer delle api, che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata. E’ boom di importazioni, un barattolo su tre viene dall’estero.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ una delle peggiori annate per il miele italiano: la produzione nazionale di miele di acacia, castagno, agrumi e mille fiori – 75mila apicoltori, con 1,1 milioni di alveari e un giro d’affari stimato di 70 milioni di euro – è quasi dimezzata (-50%) e si moltiplicano i furti nelle campagne, dove vengono sottratti addirittura gli alveari.  E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che a tagliare il raccolto è stato il clima ma anche l’arrivo in Italia dell’insetto killer delle api, Aethina tumida, che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata distruggendo la popolazione di api o costringendola a lasciare l’alveare.

L'anagrafe delle api

"Il furto degli alveari oltre a provocare un grave danno economico rischia di alimentare attività illegali che – sottolinea la Coldiretti – mettono in pericolo l`agricoltura e la salute pubblica. Un problema che a seguito di una annata di raccolti scarsi quest’anno purtroppo – precisa la Coldiretti – ha riguardato anche altri prodotti dell’agricoltura come l’olio d oliva con campi sotto controllo e carichi che viaggiano scortati. Anche per combattere questi fenomeni il 19 gennaio è diventata ’operativa l'anagrafe delle api, con la possibilità, per gli apicoltori di registrarsi sul portale del Sistema informativo veterinario accessibile dal portale del ministero della Salute al quale potranno accedere operatori delle Asl, aziende e allevatori per registrare la attività, comunicare una nuova apertura, specificare la consistenza degli apiari e – precisa la Coldiretti – il numero di arnie o le movimentazioni per compravendite. Una necessità per garantire trasparenza in una situazione in cui al crollo dei raccolti nazionali ha fatto seguito l’aumento del 17 per cento delle importazioni dall’estero di miele naturale, sulla base dei dati istat relativi ai primi 9 mesi del 2014".

Occhio all'etichetta della provienza del miele

Il risultato – denuncia sempre la Coldiretti – è che in Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e supermercati contengono in realtà miele straniero. “Più di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15% dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm, senza che vi sia alcuna indicazione in etichetta”. In tal senso i coltivatori ricordano che il miele nostrano è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto completamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il prodotto provenga da più Paesi dell’Unione europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari troveremo scritto “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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