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Alfano: “Reato di clandestinità sbagliato ma deve restare, gli italiani non capirebbero”

Per il Ministro dell’interno l’abolizione darebbe “l’idea di un allentamento della tensione sulla sicurezza proprio mentre chiediamo di accogliere i profughi”. Anche il Ministro Boschi è d’accordo: “Si deve prepara bene il terreno”.
A cura di Antonio Palma
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"Non c'è stato nessuno scontro" all'interno dell'Esecutivo sulla questione dell'abolizione del reato di clandestinità come ipotizzato nei giorni scorsi da più parti. Lo ha assicurato oggi il Ministro dell'Interno Angelino Alfano durante un'intervista al quotidiano Repubblica dopo che si era parlato a lungo di una opposizione del Nuovo Centrodestra contro un decreto governavo per porre fine al reato. Il leader di Ncd però va oltre e assicura di essere d'accordo con l'abolizione del provvedimento varato nel 2009, quando lui stesso approvò la norma come membro del Consiglio dei ministri di un altro governo in qualità di Guardasigilli. "Non c'è nessuna delle cose che ha detto il Ministro Orlando che non abbia il pregio della ragionevolezza. Così come, sul piano tecnico, quanto affermato dal dottor Roberti è corretto" ha sottolineato infatti Alfano riferendosi alle parole del Ministro della giustizia e a quelle del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo che si sono schierati contro il reato.

Per Alfano il reato di clandestinità seppur sbagliato però per il momento deve rimanere perché gli italiani non capirebbero la sua abolizione. Il reato "fu un tentativo di dissuasione, ma non funzionò" ha affermato infatti il Ministro, aggiungendo però che "non è questo il momento opportuno per andare a modificare quel reato. La gente non capirebbe". "Il fatto è che nel campo della sicurezza stiamo giocando due partite intrecciate ma diverse: una sulla realtà e l'altra sulla percezione della realtà. La realtà è che calano i reati, che abbiamo raggiunto nel 2015 il numero più basso di omicidi della storia d'Italia, che i reati predatori come le rapine sono in calo, che la criminalità organizzata non è mai stata così in affanno e che, soprattutto, abbiamo svolto finora un ottimo lavoro di prevenzione sul terrorismo internazionale" ha proseguito Alfano, aggiungendo: "La percezione dei cittadini italiani però è un'altra e purtroppo è così e non ce la possiamo prendere con la gente".

"Dobbiamo lavorare perché una percezione sbagliata non modifichi i comportamenti, perché alla fine la paura incide anche sul senso di libertà. Il mio no alla cancellazione del reato di clandestinità riguarda esattamente questo: il momento è molto particolare e non dobbiamo dare agli italiani l'idea di un allentamento della tensione sulla sicurezza proprio mentre chiediamo di accogliere i profughi" ha concluso Alfano.

Ministro Boschi: "Per ora il reato di clandestinità resti"

Per il momento ilragionamento di Alfano sembra aver convinto l'Esecutivo che ha congelato il provvedimento. A confermarlo è stata la ministra Maria Elena boschi affermando: "Penso che in questa specifica fase storica e politica per poter depenalizzare i reati di immigrazione clandestina occorre preparare prima l’opinione pubblica, non perché abbiamo paura in termini di consensi, ma perché c’è un problema di percezione della sicurezza". "Se eliminando questo reato la percezione dei cittadini è quella di una minore sicurezza questo è un problema. In realtà, i crimini sono diminuiti e nel 2015 è calato di ventimila unità circa il numero degli immigrati nel nostro Paese. Se però guardiamo ai mezzi di comunicazione, il fenomeno sembra triplicato e questo aumenta la percezione del problema da parte dell’opinione pubblica. Forse si può arrivare a eliminare quel reato se si prepara bene il terreno, oggi non credo che sia giusto farlo" ha concluso Boschi.

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