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Taglio delle province: 36 soppresse e dal 2013 tutte commissariate (INFOGRAFICA)

Il Governo ha già preparato la bozza del decreto che prevede il taglio delle province secondo i criteri stabiliti dalla spending review. Restano però ancora molti nodi da sciogliere, dalla dislocazione delle sedi periferiche dello Stato al nuovo sistema elettorale.
A cura di Antonio Palma
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Taglio delle province, pronto il decreto: 36 soppresse e dal 2013 tutte commissariate

Il Governo ne discuterà nel primo Consiglio dei Ministri di novembre, ma il decreto sul taglio delle Province è già pronto secondo le indicazioni che sono giunte in queste settimane dalle Regioni e dagli altri  enti locali. L'Esecutivo ha intenzione di rispettare i tempi previsti dalla spending review e dunque ha già preparato la bozza di decreto che prevede l'accorpamento per quelle province con meno di 350mila abitanti e sotto i 2500 chilometri quadrati. A conti fatti da 86 Province si dovrebbe passare a 50 comprese le nuove dieci città metropolitane che sostituiranno le relative province dei grandi capoluoghi italiani. A queste 36 province che scompariranno si devono aggiungere poi i tagli delle Regioni a statuto speciale che hanno più tempo a disposizione e possono farlo autonomamente rispettando, però, sempre i criteri stabiliti dal Governo.

Saranno nominanti anche i commissari – Come aveva anticipato il Ministro Patroni Griffi non si aspetterà la fine naturale della legislatura, ma dall'entrata in vigore del decreto sui tagli alle province, a metà del 2013, decadranno tutte le amministrazioni provinciali comprese quelle che rispettano i criteri.  Per dare corso alla nuova riorganizzazione degli enti locali, infatti, nello stresso provvedimento il Governo nominerà anche i nuovi commissari che dovranno guidare le province verso gli accorpamenti. Ovviamente è molto probabile  che in molte province la scelta del commissario ricadrà sullo stesso presidente uscente che dovrà gestire l'ordinaria amministrazione prima delle elezioni che decreteranno il nuovo governo locale.

Le sedi periferiche dello Stato e i dipendenti pubblici – Altri aspetti non meno importanti di questi tagli alle province sono quelli della dislocazione delle sedi periferiche dello Stato e dei dipendenti pubblici. Su questi ultimi Patroni Griffi ha assicurato che per il momento non ci saranno tagli, ma sicuramente degli spostamenti di sede da concordare con i sindacati e secondo le nuove esigenze dell'amministrazione pubblica. Per quanto riguarda le rappresentanze dello Stato come le prefetture e le questure, il Governo intende avviare una "consultazione con il territorio" in modo da spalmare la presenza dello Stato su più città della stessa provincia. Infine l'ultimo nodo da sciogliere sul decreto del taglio delle province è quello del sistema elettorale che prevede che siano i consiglieri comunali e non più i cittadini ad eleggere quelli provinciali e sul quale si attende la pronuncia della Corte costituzionale.

Ecco dunque come sarà la nuova mappa d'Italia dopo la soppressione delle 36 province:

infografica province italiane
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