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Siria, Onu denuncia centinaia di vittime civili in raid Usa a Raqqa: usate bombe al fosforo

Commissari Onu che indagano sui crimini di guerra in Siria denunciano centinaia di vittime civili provocate dai raid Usa, intanto la coalizione anti Isis ammette l’uso di bombe al fosforo.
A cura di Antonio Palma
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La battaglia per la liberazione di Raqqa, la roccaforte dell'Isis in Siria, si sta rivelando una catastrofe umanitaria per i civili intrappolati in città tra bombe, combattimenti e mine. Secondo quanto denunciato dai responsabili Onu che indagano sui crimini di guerra in Siria, infatti, negli ultimi giorni dell'offensiva della coalizione arabo curda guidata dagli Stati Uniti (SDf), la città è stata obiettivo di decine di raid aerei da parte degli Usa che hanno causato almeno 300 vittime tra i civili. L'operazione militare, iniziata la scorsa settimana con un attacco terrestre sostenuto da bombardamenti aerei, ha trasformato l'intera area in un cumulo di macerie  facendo centina di vittime e migliaia di sfollati.

Secondo uno dei commissari Onu, circa duecento morti sarebbero stati causati dai bombardamenti aerei in un unico villaggio preso di mira dai caccia Usa. "In particolare notiamo che l'intensificazione degli attacchi aerei, che hanno posto il terreno per un avanzamento di SDF a Raqqa, ha portato non solo alla sconvolgente perdita di vite tra i civile, ma ha anche portato a 160mila sfollati costretti a fuggire dalle loro case", ha aggiunto il presidente della commissione d'inchiesta ONU, Paulo Pinheiro, sottolineando: "L'imperativo di combattere il terrorismo non deve avvenire a spese dei civili che si trovano a vivere senza volerlo in aree dove  è presente l'Isis". In città infatti vi sono decine di migliaia di civili, prigionieri di guerra, donne Yazidi recluse e alcune migliaia di militanti Isis".

Dell'alto numero di vittime civili dell'offensiva si era parlato già la scorsa settimana, quando sono emersi alcuni filmati in cui si vedono aerei della coalizione lanciare su Mosul, l'altra ex roccaforte Isis, in Iraq, bombe al fosforo bianco, munizioni che ricadendo a terra provocano ustioni profonde che raggiungono i muscoli e le ossa. "Non importa in che modo sia usato, il fosforo pone un alto rischio di gravi danni a lungo termine per città densamente abitate come Raqqa e Mosul, e in altre zone dove c'è un'alta concentrazione di civili" ha denunciato la Ong Human Rights Watch, aggiungendo: "Le forze Usa dovrebbero utilizzare tutte le precauzioni possibili per ridurre al minimo la possibilità di colpire i civili mentre usano il fosforo bianco in Iraq e Siria".

La conferma dell'uso di bombe al fosforo sarebbe arrivata dal generale delle forze armate neozelandesi Hugh Mc Aslan che però ha parlato di raid proprio per salvare i civili. "Abbiamo fatto uso del fosforo bianco a Mosul per creare una cortina di fumo e consentire ai civili di fuggire", avrebbe spiegato l'alto ufficiale a una radio pubblica americana secondo quanto scrive Le Monde, assicurando che "la coalizione prende tutte le ragionevoli precauzioni per limitare il rischio di lesioni accidentali a non combattenti e danni alle strutture civili". Seppur non vietato in generale, l'uso del fosforo bianco è proibito contro qualsiasi obiettivo militare che si trova in aree in cui si concentrano civili.

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