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Orafo ucciso nel 2015 a Cuneo, svolta nelle indagini: arrestate 5 persone

Le indagini sull’omicidio di Patrizio Piatti, l’orafo ucciso nel giugno 2015 con un colpo di pistola alla testa, hanno portato all’arresto di 5 persone nelle province di Torino, Milano e Catania. I carabinieri hanno accertato che l’omicidio è maturato nell’ambiente della ricettazione di oggetti preziosi.
A cura di Susanna Picone
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È a una svolta l’indagine sull’omicidio di Patrizio Patti, l’orafo sessantacinquenne ucciso nel giugno del 2015 nella sua villa di Monteu Roero, nel Cuneese. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cuneo, coordinati dalla procura di Asti, stanno eseguendo, nelle province di Torino, Milano e Catania, un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone indagate per l'omicidio di Piatti. Nel corso delle indagini dei carabinieri – che hanno consentito di fare piena luce sul delitto e di accertare il movente – è emerso che l’omicidio dell’orafo sarebbe maturato nell'ambiente della ricettazione di oggetti preziosi di cui la stessa vittima faceva parte. Patrizio Patti venne ucciso il 9 giugno dello scorso anno nel garage della sua villa con un colpo di pistola alla testa esploso durante quello che inizialmente era apparso un tentativo di rapina finito male. Piatti stava salendo sulla sua 500 per andare al lavoro, a Torino, quando improvvisamente si trovò di fronte due malviventi: ci fu una colluttazione e poi un colpo di pistola alla tempia lo assassinò.

L’ipotesi della rapina e le indagini – Dopo la prima ipotesi della rapina, i carabinieri effettuarono delle perquisizioni nella casa dell’orafo, sulle colline cuneesi, e nel suo laboratorio, e trovarono un vero e proprio tesoro: c’erano sacchi pieni d'argento, decine di Rolex e gioielli. Inoltre nella casa della vittima erano nascosti circa trecentomila euro in contanti. “Beni di valore sproporzionato rispetto alla capacità reddituale del nucleo familiare”, secondo i magistrati, che posero tutto sotto sequestro. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno anche scoperto che Piatti aveva intrecciato stretti rapporti con un ricettatore torinese molto conosciuto dalle forze dell'ordine e già arrestato nel 2013. Da qui l’ipotesi che la vittima fosse bene inserita nei meccanismi del riciclaggio di oggetti rubati e che l'omicidio non fosse la semplice conseguenza di una tentata rapina.

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