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Ndrangheta. La madre ha una relazione nascosta, gli chiede perdono ma lui la uccide: ergastolo

Secondo i giudici Francesco Barone, di Rosarno, ha ucciso la madre Francesca Bellocco, figlia del defunto boss Pietro, perché la donna aveva un relazione con Domenico Cacciola, anch’egli scomparso e mai più ritrovato. Fondamentale la testimonianza di un vigile urbano: “L’ho sentita urlare: ‘Perdonami!’.
A cura di Biagio Chiariello
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Dovrà trascorrere il resto della sua vita in carcere, Francesco Barone, il giovane originario di Rosarno, accusato dell’omicidio della madre, Francesca Bellocco. La decisione è della Corte d’Assise di Palmi che ha accolto la richiesta formulata dalla pubblica accusa rappresentata dal pm Adriana Sciglio. Il 25enne l’avrebbe ammazzata perché non gradiva la relazione extraconiugale che la genitrice stava portando avanti. La vittima, scomparsa nell’agosto del 2013, quando aveva 43 anni e della quale non è stato trovato il corpo, era figlia del defunto boss di ‘ndrangheta Pietro Bellocco.

Secondo l’accusa, l’omicidio sarebbe stato commesso il 18 agosto di quello stesso anno, dopo che Barone, che allora aveva appena 21 anni, aveva scoperto la madre insieme a Domenico Cacciola, ritenuto ai vertici dell’omonima cosca federata ai Bellocco, e anch’egli scomparso e mai più ritrovato. Scoperti già una prima volta, la Bellocco e Cacciola avrebbero comunque continuato vedersi. Una scelta rivelatasi fatale nel momento in cui il figlio della donna scoprì la prosecuzione della relazione.

Fondamentale ai fini delle indagini fu la testimonianza di un vigile urbano che, dopo diverso tempo, raccontò di aver sentito delle urla, la notte in cui la donna scomparve, e la richiesta di perdono della donna. L’uomo raccontò di aver visto tre uomini incappucciati, giungere a bordo di un’auto in casa Bellocco. Poi le urla (“Pirdunatimi”) e infine il figlio uscito con una Fiat Panda. Tre giorni dopo il 21enne avrebbe poi denunciato la scomparsa della madre.

Tutti elementi, assieme alle dichiarazioni della testimone di giustizia Giuseppina Multari, che hanno convinto i giudici della colpevolezza di Barone, condannato all’ergastolo. L’uomo è stato ritenuto responsabile, in concorso con altri soggetti, del delitto di omicidio della madre e dell’occultamento del suo cadavere, detenzione e porto di armi comuni da sparo, commessi con metodo mafioso ed al fine di agevolare la potente cosca Bellocco di Rosarno.

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