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L’Economist sbatte il mostro in prima pagina: Berlusconi, l’uomo che ha fregato l’Italia

Dopo aver definito Silvio Berlusconi inadatto a governare, nel lontano 2006, il settimanale inglese Economist dedica una nuova copertina al primo ministro italiano: l’uomo che ha fregato un paese intero!
A cura di Alessio Viscardi
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Un’altra copertina dell’Economist dedicata al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Titolo a caratteri cubitali: “L’uomo che ha fregato un paese intero” “The man who screwed an entire country”. Il settimanale di informazione dedica uno speciale di ben 14 pagine al nostro primo ministro, a firma John Prideaux – giornalista di 32 anni che dirige il portale web della redazione londinese, che ha soggiornato in Italia nell’ultimo mese per parlare con imprenditori, economisti e politici. L’opinione che viene espressa sulle pagine dello speciale è che, sebbene il nostro Paese possegga “aziende fantastiche”, la situazione generale dell’Italia è “deludente”. Il titolo del lavoro è “Per un nuovo Risorgimento” e – secondo il giornalista – questo processo può partire soltanto dal cambio di Governo.

“ L'uomo che ha fottuto un intero Paese ”
Economist
La prima pagina dell’Economist mostra un presidente Berlusconi sorridente e sornione come sempre, il connubio col titolo fa sembrare che il premier si compiaccia di aver “fregato l’Italia”. In realtà, soltanto le ultime due pagine dello speciale di Prideaux sono dedicate al primo ministro, mentre per le restanti si analizza il sistema Italia. Eppure, la stroncatura dei vent’anni di berlusconismo e di Berlusconi è chiara: “Nel 2004 il suo progetto era semplice: sfruttare le sue capacità imprenditoriali per fare ripartire l'Italia, che si sarebbe ispirata al suo esempio, ma la debole performance economica del Paese è una prova sufficiente del suo fallimento”. Secondo l’Economist, Silvio Berlusconi ha beneficiato di una politica burocratizzata che ha utilizzato come spauracchio per indirizzare l’elettorato italiano. Il presidente del Consiglio viene definito come “un sintomo della strana malattia di cui soffre l’Italia”.

È la seconda volta che Silvio Berlusconi si guadagna la copertina dell’Economist. Era già accaduto nel 2006, quando alla vigilia delle elezioni politiche italiane, il settimanale inglese lo definì “inadatto a governare”. Oggi, a quasi cinque anni di distanza, Prideaux scrive “quanto è successo dopo ha confermato la nostra tesi”. Per tutto il resto dello speciale, il settimanale analizza le cause del ritardo nello sviluppo dell’economia italiana: una crescita del Pil tra il 2000 e il 2010 di soltanto lo 0.25% per anno. “Di tutti i paesi del mondo, solo Haiti e Zimbabwe hanno fatto peggio”. D'altronde, i dati Istat sulla disoccupazione in Italia parlano chiaro: l'occupazione nel Bel Paese è in caduta libera,

L’Italia fotografata dall’Economist è un paese “timoroso della globalizzazione e dell’immigrazione”, con politiche che “discriminano i giovani a favore degli anziani” e con una totale “avversione alla meritocrazia”.

Unica nota di speranza, la capacità imprenditoriale italiana: “straordinario che in tutto il mondo la gente preferisca i prodotti italiani”. Purtroppo, i giovani lasciano il paese perché non ci sono opportunità per loro. Cambiare non è impossibile, ma per farlo c’è bisogno che in Italia si registri un netto “cambio di Governo”.

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