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Le polizze Rc auto italiane restano le più care d’Europa

Le compagnie assicurative italiane continuano ad agire in un mercato poco concorrenziale e rimangono restie nel combattere le frodi dei falsi incidenti. E’ quanto emerso da un’indagine dell’Agcm che ha evidenziato come tutte le misure adottate fino ad oggi non sono servite a ridurre i costi delle polizze, che restano i più alti della zona euro.
A cura di Antonio Palma
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Le compagnie assicurative italiane continuano ad agire in un mercato poco concorrenziale e rimangono restie nel combattere le frodi dei falsi incidenti. E’ quanto emerso da un’indagine dell’Agcm che ha evidenziato come tutte le misure adottate fino ad oggi non sono servite a ridurre i costi delle polizze, che restano i più alti della zona euro

L’aumento delle polizze RC auto è sotto gli occhi di tutti gli automobilisti. A chi non è mai capitato di ritrovarsi, al rinnovo dell’assicurazione, con un aumento del premio senza nessun motivo. Ora a confermarlo è anche un’indagine dell’Agcm condotta su un campione di 20 compagnie assicurative, 15 di tipo tradizionale e  5 di tipo telefonico, durante il periodo tra il 2006 e il 2010.

Il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Catricalà, ha presentato i risultati dello studio sul settore delle assicurazioni degli autoveicoli nel corso dell’audizione in Senato  presso la Commissione industria e commercio. Dall’analisi è emerso un quadro poco incoraggiante per un servizio che lo stesso Catricalà ritiene “incidere in misura significativa sulle spese della famiglia”. I premi da pagare sono aumentati costantemente nel corso degli anni, sia per gli utenti donne che per gli uomini, fino a toccare quote di aumento intorno al 50%.

L’aumento dei costi delle assicurazioni ha riguardato tutte le aree geografiche dell’Italia, anche se gli incrementi maggiori sono stati rilevati al Sud. L’indagine ha rivelato, inoltre, che con le compagnie assicurative di tipo telefonico si può risparmiare anche dal 20 al 30%, ma queste hanno ancora un raggio di attività concentrato nelle regioni centro settentrionali, mentre sono quasi assenti al sud. Molto spesso, infatti, nelle Regioni meridionali esse applicano tariffe non dissimili dalle compagnie tradizionali, rendendo la convenienza quasi nulla.

Il problema delle assicurazioni sembra tutto italiano, se si notano i dati ci sia accorge che nel nostro Paese i prezzi sono aumentati più del doppio rispetto alla media della zona Euro. Assicurare un veicolo in Italia è enormemente più costoso rispetto alla media europea, 5 volte di più rispetto alla Francia e addirittura sei volte di più rispetto alla Germania. A discolpa delle compagnie è da evidenziare come di pari passo sono aumentati anche il numero dei sinistri avvenuti in Italia che, però, difficilmente sono attribuibili solo all’imperizia al volante dei nostri connazionali. A far crescere il numero degli incidenti, infatti, sono soprattutto le frodi ai danni delle assicurazioni, che sono diventate una vera e propria piaga soprattutto al sud.

Il problema frodi è il punto centrale nella discussione sull’aumento dei premi della Rc Auto, è da tempo che si dibatte sulla necessità di smascherare i falsi incidenti e su chi gravi la maggiorazione delle spese sostenute dalle compagnie. E’ la stessa Agcm a rivelare come in Italia le frodi accertate si attestano tra il 2% e il 3% del totale degli incidenti, mentre in Francia la percentuale è doppia, e in Gran Bretagna quadrupla. Insomma le compagnie italiane non dedicano sufficienti energie nell’individuare le truffe, scaricando tutto il peso sugli utenti finali, anche se onesti.

Il motivo principale è forse proprio perché le assicurazioni italiane operano in un mercato chiuso e poco concorrenziale, dove la mobilità degli utenti e scarsa ed è facile creare cartelli. Per l’Agcm diventa importante porre in essere una serie di interventi per riattivare un processo concorrenziale, infatti, le assicurazioni sono legate tra loro da partecipazioni incrociate che non favoriscono la concorrenza, così come non lo fa l’assenza di agenti plurimandatari che potrebbero informare gli utenti sulle scelte più convenienti.

Sicuramente l’introduzione della procedura di risarcimento andava in questo senso incoraggiando un maggior controllo da parte delle compagnie. In realtà non è servita a niente visto che si è passati dal 66% dei sinistri liquidati nel 2007 al 70% nel 2010. Altri interventi sono necessari, dunque, in un settore dove le compagnie hanno un potere decisamente maggiore rispetto agli utenti e possono imporre regole e costi. Secondo le indicazioni dell’Agcm non ultimo andrebbe attivato “un’efficace istanza di controllo pubblico” sui costi dei sinistri per evitare che gli automobilisti rimangono in balia delle compagnie assicurative che possono fare il bello e cattivo tempo.

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