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Incendio in casa a Torino: 87enne si lascia morire accanto alla moglie

Lui, Antonio Casassa, aveva 87 anni, sua moglie, Luigina Maria Gai, 81. I soccorritori non hanno potuto fare nulla per salvarli dalle fiamme.
A cura di Susanna Picone
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Tragedia questa notte a Torino, dove un incendio scoppiato poco prima delle 4 in via Umberto Balestrieri, al primo piano di un palazzo nella zona nord della città, ha ucciso due persone. Le vittime sono due anziani, marito e moglie di 87 e 81 anni. Lui si chiamava Antonio Casassa, sua moglie era Luigina Maria Gai. I loro corpi sono stati trovati carbonizzati, i soccorritori non hanno potuto fare nulla per salvarli dall’incendio. Probabilmente i due anziani si erano accorti del rogo e avevano tentato di scappare. Le fiamme sono state spente all’alba dai Vigili del Fuoco e sul posto, per i rilievi del caso, è arrivata la scientifica dell'Arma. Probabilmente è stato un corto circuito ad aver provocato l’incendio nell’appartamento della coppia di anziani: lo hanno stabilito i primi accertamenti di Carabinieri e Vigili del Fuoco. Il rogo ha danneggiato anche l’appartamento che si trova al secondo piano dell’edificio.

Il marito avrebbe scelto di morire accanto alla moglie – Avrebbe scelto di suicidarsi per morire insieme alla moglie, già uccisa dalle fiamme, l'anziano che ha perso la vita a Torino nell'incendio della sua abitazione. Secondo quanto riferito dai vicini di casa che hanno tentato di soccorrere la coppia, l'uomo si sarebbe chiuso in casa dopo essersi accorto che per la moglie non c'era più nulla da fare. “Alcuni di noi – ha raccontato all'Ansa un vicino di casa – sono riusciti ad entrare nell'appartamento e hanno visto il corpo di Luigina riverso sul letto in fiamme”. “Abbiamo cercato di salvare la donna, ma era già morta – ha detto ancora il testimone -. C'era del fumo e, quando siamo usciti sulle scale per prendere fiato, Antonio si è chiuso in casa. ‘Se Luigina è morta, io lo farò con lei, ha urlato. Poi siamo dovuti scappare, perché il fumo rischiava di uccidere anche noi…”.

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