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Franco Di Mare da Fabio Fazio con un respiratore: “Ho un tumore a causa dell’amianto”

Franco Di Mare torna in televisione a Che Tempo Che Fa e rivela, per la prima volta, di essersi ammalato: “Ho un mesotelioma”. Il giornalista ha raccontato questa esperienza in un libro: “Non voglio fossilizzarmi intorno all’idea della morte, non è ancora finita”. Poi il pesantissimo attacco alla Rai: “Si sono dileguati, una cosa che trovo ripugnante”.
A cura di Andrea Parrella
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Non sono passate inosservate le immagini di Franco Di Mare ospite a Che Tempo Che Fa con dei tubi respiratori attaccati al naso. Il giornalista, nel raccontare il suo ultimo libro "Le parole per dirlo", chiarisce subito il senso di quelle immagini: "Questo tubicino che mi corre sul viso è un tubicino legato ad un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette di essere qui a raccontare, a parlare con te. Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo, legato alla presenza di amianto nell'aria e si prende tramite la respirazione di parcelle di amianto, senza rendersene conto."

Franco Di Mare: "Non temo la morte, non è ancora finita"

Franco Di Mare, che è stato un volto Rai per moltissimi anni, conduttore di alcune delle trasmissioni più seguite del servizio pubblico e anche dirigente negli scorsi anni, ha scelto il salotto di Fazio per raccontare la sua esperienza difficile. In collegamento da casa ha ammesso di vivere questa condizione con una certa serenità, se pure accompagnata da un po' di amarezza: "Io stasera brinderò con gli amici, perché io ho avuto una vita bellissima e le memorie che io ho sono memorie piene di vita e non voglio fossilizzarmi intorno all'idea della morte, ma che ci sia una vita tutti i giorni. Quello che mi dispiace è scoprirlo solo adesso. Non è ancora finita eh, perché come dice Boskov partita finisce quando arbitro fischio e il mio arbitro non ha fischiato ancora".

L'attacco alla Rai: "Si sono dileguati, un atteggiamento ripugnante"

Alla fine dell'intervista Fazio gli chiede di un passaggio finale del libro, in cui Di Mare racconta di essersi sentito abbandonato dopo aver appreso la malattia. Il conduttore ha chiesto al giornalista a chi si riferisse: "Tutta la Rai si è dileguata dopo la mia malattia. Tutti i dirigenti, non questi, ma anche quelli precedenti. Io chiedevo alla Rai di sapere l'elenco dei posti dove fossi stato per chiedere alle associazioni di categoria cosa potessi fare. Sono spariti tutti. Se io sono arrivato a capire che possano esistere ragioni di tipo legale e sindacale, ma quello che capisco meno pè l'assenza sul piano legale e umano. Queste persone sono sparite, si sono negate al telefono, non rispondevano più a me che pure ero un dirigente. Una cosa per cui trovo un solo aggettivo: ripugnante". 

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