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Il sonno della ragione genera gli incivili insulti ad Agnese Renzi

Da ieri mattina, commenti e insulti di ogni tipo vengono pubblicati sui social contro la moglie di Matteo Renzi, Agnese Landini, ormai diventata lo sfogatoio dei più bassi istinti del popolo del web.
A cura di Charlotte Matteini
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Elezioni europee 2014, Matteo Renzi al voto
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Vestita male, somiglia a Vladimir Luxuria, avrebbe dovuto restarsene a Firenze e andare a lavoro, è stata assunta da poco e già si prende le ferie per andare negli Stati Uniti con il marito, potrebbe lasciare il posto a tempo indeterminato a scuola e farsi mantenere da Renzi visto che se lo può permettere. Da ieri mattina, commenti malevoli e infarciti da coloriti insulti di ogni tipo vengono pubblicati sui social per criticare la moglie di Matteo Renzi, Agnese Landini. Un vero e proprio fiume in piena, migliaia di italiani da ore stanno travasando bile e scagliando ingiurie e improperi, criticando qualsiasi mossa di Agnese. La sua colpa pare essere essenzialmente una: aver sposato il tanto odiato presidente del Consiglio ed essere la madre dei suoi figli. Poco importa se Agnese Landini in questi 3 anni di mandato non abbia mai proferito parola o non si sia mai intromessa nelle questioni politiche del marito, mantenendo un basso profilo, ben attenta a tutelare la propria privacy, pur di attaccare Renzi si trova sensato offendere una persona che poco o nulla c'entra con le istanze promosse dall'una o l'altra parte politica.

La questione dei permessi, su tutte,  rivela non solo scarsa conoscenza del contratto nazionale del lavoro applicato alla categoria degli insegnanti, ma anche e soprattutto una sorta di malcelata invidia nei confronti della persona. Nel Ccnl insegnanti, per esempio, e basterebbe una brevissima ricerca online per verificarlo, è previsto per ogni docente – neoassunto o veterano che sia –  il diritto a usufruire di tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione e di sei giorni di ferie durante i periodi di attività didattica, oltre alle ferie ordinarie previste dal contratto e concesse solo nei periodo di sospensione dell'insegnamento a scuola. Ferie e permessi di cui dispongono la maggior parte dei lavoratori a tempo determinato e indeterminato, peraltro, che tutt'un tratto però decidono di recitare in massa la parte dei "piccoli fiammiferai" diligenti, sfruttati e senza diritti, sostenendo quasi che qualora venissero invitati a un'importante cena di gala presidenziale, rifiuterebbero per non dover mancare un paio di giorni dal proprio posto di lavoro. Basterebbe davvero poco per evitare di produrre meme e post qualunquisti da scagliare contro la consorte dell'odiato presidente del Consiglio, che sembra davvero essere ormai diventata lo sfogatoio dei più bassi istinti dei commentatori del web, ma evidentemente raccogliere i like e le condivisioni degli invidiosi che popolano la Rete è più importante, ma soprattutto facile, dell'essere politicamente incisivi e produrre critiche costruttive.

Ridotta a essere la colpevole moglie di, perdendo la propria identità di lavoratrice e individuo. Poco importa che la Landini cerchi di rimanere al margine delle polemiche politiche, che non intervenga mai per difendere marito e figli dagli improperi che ormai quotidianamente le vengono rivolti sui social, Agnese Landini è un bersaglio perfetto per il gentismo da strapazzo: non potendo essere bollata come un'arrampicatrice sociale, le si contesta la normalità, il non essere una donna da copertina, il volersi mantenere indipendente continuando a lavorare nonostante non ne abbia bisogno. Alla normalità dell'umiltà, però, non si perdona i piccoli lussi né il godere di opportunità concesse a pochi. Così, l'invito alla Casa Bianca scatena i denigratori di professione, che non perdono occasione per ribadire quanto in realtà falsa sia l'ostentata normalità di Agnese Landini, arrivando perfino a contestare inesistenti infrazioni ai regolamenti scolastici o elargendo folcloristici suggerimenti da ventennio fascista, consigliando alla First Lady di smettere di lavorare perché tanto "lei può farsi mantenere", come se la massima realizzazione di ogni donna fosse condurre una vita di ozi e vizi o divenire l'ombra del marito abbandonando le proprie passioni. C'è tanto da lavorare in questo Paese, se centinaia di migliaia di persone pensano sia un atteggiamento maturo e sensato il prendersela ogni sacrosanto giorno con una donna che altra colpa non ha se non quella di aver sposato un avversario politico.

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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