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Il campionato della camorra, “i clan si sfidavano a calcio per la droga”

A rivelarlo un pentito che racconta di squadre composte anche da latitanti oltre che da giocatori semi professionisti.
A cura di A. P.
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I clan che a Napoli si combattono con ferocia per spartirsi le zone per lo spaccio della droga, avrebbero adottato anche un altro metodo, sicuramente singolare, quello di un campionato di calcetto. A rivelarlo ai pm delle Procure antimafia di Roma e Napoli è stato il pentito Armando De Rosa. Secondo quanto raccontato dall’uomo ai magistrati e riportato dal giornalista Fabio Postiglione sul Roma e dal Corriere del Mezzogiorno, il torneo si svolgeva “al campetto di calcio Wimbledon, di fronte alle Case Celesti, in via Limitone d'Arzano” e ogni clan aveva la sua squadra. De Rosa racconta che lui vi ha partecipato per la prima volta nel 2002 e che a giocare c’erano anche dei latitanti che sfuggivano a tutti i controlli delle forze dell’ordine. Il pentito però sostiene che nelle squadre non c’erano solo uomini affiliati ai clan, ma anche “molti ragazzi non malavitosi”. I clan infatti ci tenevano a vincere il premio finale che non era una coppa qualsiasi ma pacchi di droga  da rivendere sul mercato al dettaglio e per questo motivo reclutavano, sempre secondo le rivelazioni di De Rosa, anche semiprofessionisti, cioè ragazzi che giocavano nelle serie minori in squadre dell’hinterland di Napoli. Rivelazioni che ovviamente vanno prese con le pinze e lasciano sicuramente perplessi i magistrati che ora le stanno vagliando.  Armando De Rosa infatti non è nuovo a rivelazioni shock mai provate, come quella su Mario Balotelli in cui accusava il calciatore di aver spacciato droga per gioco a Scampia nel 2010.

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