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Greenpeace danneggia le linee di Nazca in Perù (FOTO)

Per attirare l’attenzione durante la conferenza internazionale dell’ONU sul cambiamento climatico che si sta tenendo in Perù alcuni attivisti sono entrati senza autorizzazione nel sito dove sono conservati una serie di geoglifi. L’azione ha scatenato l’ira del ministro peruviano della Cultura e Greenpeace non ha potuto far altro che scusarsi.
A cura di Biagio Chiariello
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Un Epic Fail grande, enorme, quello di Greenpeace, costretto a scusarsi col governo peruviano per la originale quanto discussa forma di protesta organizzata in coincidenza con la XX Conferenza Onu sul cambiamento climatico in corso a Lima.
Ma andiamo con ordine. Lunedì 8 dicembre alcuni attivisti sono entrati senza autorizzazione nelle zone delle Linee di Nazca, geroglifici che si trovano nel deserto peruviano, che nel 1994 sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Lo scopo di Greenpeace era quello di lasciare il messaggio che si può leggere nell’immagine: “Time for change! The future is renewable. Greenpeace” (“È tempo di cambiare! Il futuro è rinnovabile. Greenpeace”). L’intento generale era quello di catalizzare l’attenzione dei leader internazionali che in questi giorni sono riuniti a Lima, in Perù, per la conferenza COP 20.

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L’azione però non è piaciuta al governo del Perù che ha subito accusato gli ambientalisti di aver lasciato delle impronte sul terreno provocando seri danni a quello che viene considerato un luogo sacro per gli abitanti. Il vice ministro della Cultura, Luis Jaime Castillo, ha dichiarato: “ hanno dato un vero schiaffo a tutto quello che i peruviani considerano sacro”. I geroglifici sono stati realizzati dai Nazca tra i 1.500 e i 2000 anni fa, probabilmente con una funzione rituale legata all’astronomia. I disegni rappresentati animali (una balena, un pappagallo, un colibrì e altri ancora) sono stati realizzati rimuovendo dal terreno le pietre più scure contenenti ossidi di ferro, e facendo in modo che rimanesse un contrasto netto con il pietrisco sottostante, più chiaro. Pronta una vera e propria accusa: danneggiamento di monumenti archeologi.

 Inevitabili le scuse di Greenpeace, ma la rete (come si legge dai commenti sulla pagina FB italiana dell'associazione) non perdona:

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Greenpeace si scusa senza riserve con la gente del Perù per le offese causate dall’aver recentemente posizionato un messaggio di speranza nello storico sito delle Linee di Nazca. Ne siamo profondamente dispiaciuti. Capiamo perfettamente che è una figuraccia. Anziché mandare un messaggio davvero importante ai leader riuniti a Lima per i colloqui sul clima delle Nazioni Unite, ci siamo rivelati senza cura e grossolani. Abbiamo incontrato il ministro per la Cultura peruviano, responsabile del sito, per chiedergli scusa. Siamo a favore di qualsiasi indagine indipendente sulle conseguenze del nostro gesto. Coopereremo pienamente con qualsiasi indagine. Ci facciamo personalmente carico delle nostre azioni, e siamo impegnati alla non violenza. Greenpeace si prende le proprie responsabilità per le sue attività e ne affronterà le conseguenze. Il dottor Kumi Niadoo, direttore generale di Greenpeace, arriverà a Lima a questa settimana per scusarsi personalmente dell’offesa causata, e per rappresentare l’organizzazione nei prossimi incontri con le autorità peruviane. Greenpeace porrà immediatamente fine a ogni altro uso di quelle immagini offensive”

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