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Gerry Scotti erede di Silvio Berlusconi: la accendiamo?

E’ il presentatore l’uomo giusto per guidare il centrodestra alle prossime elezioni? Tra il serio ed il faceto, ecco (forse) la “pazza idea” di Silvio Berlusconi…
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In principio fu un articolo di Maria Giovanna Maglie sull'edizione cartacea di Libero: Un leader per i moderati? Il migliore è Gerry Scotti. Una suggestione che deve essere piaciuta molto a Belpietro, tanto che Libero ha pensato di costruirci una vera e propria campagna, che per una serie di motivi ha preso il largo, tra apprezzamenti, ironie e scetticismo. Certo, per citare l'ultimo contributo alla discussione, questa "o è la boiata dell'anno o è la notizia del 2012". Una pseudo – notizia, dunque, che può apparire finanche sensata in tempi di "pazze idee" e di confusione totale, tanto ai vertici quanto tra i militanti del Pdl. Un popolo che è passato dal trionfale annuncio del milione di tesserati alla "cupa dissolvenza" del post – amministrative, che sta assistendo alla riesumazione (politica, sia chiaro) del grande comunicatore, con tutto ciò che comporta in termini di regolamento di conti interni e di boutade et similia a livello mediatico. Così, dopo un tira e molla degno del Moretti dei tempi migliori ("vengo, non vengo. Mi si nota di più se vengo e resto in disparte oppure…"), dopo i rumors che lo vogliono alla ricerca disperata di un nome di impatto per la futura costruzione politica, non suona in effetti così surreale l'ipotesi Scotti. E' sempre Libero a regalare lo spunto:

La morale è che, moderati quanto vi pare, ma nel centrodestra il populismo fa breccia. Altroché.  Che poi a Berlusconi basta vedere i sondaggi. Quello di Emg per il TgLa7 dà il Movimento 5 Stelle in crescita di altri quattro punti. Ora è al 18,1, stessa percentuale attribuita al Pdl, mentre il Pd è il primo partito con il 25 per cento. Un vero problema. Che va risolto creando una lista “grillina” di centrodestra. Una lista che intercetti il malcontento dei cittadini verso i partiti tradizionali. Una lista che abbia una leadership mediatica come quella di Beppe Grillo. «Che ne so, ci vorrebbe uno alla Gerry Scotti…», si sarebbe limitato a dire il Cavaliere, buttando lì la cosa senza particolare convinzione. Poi la pallina da neve, rotolando a valle, è diventata una frana. Ed eccoci qui: la accendiamo?

Per Scotti poi si tratterebbe di una sorta di rivincita, dopo la non certo memorabile esperienza da deputato nelle fila del Partito Socialista dell'era Craxi, con la nota inclusione nel gruppo dei "nani e ballerine", secondo la definizione di Rino Formica. In ogni caso, al momento resta ipotesi blanda, ma che comunque ha in un certo qual modo già prodotto l'effetto di spostare l'attenzione mediatico dal "cuore" dei problemi del Popolo della Libertà al vago orizzonte delle "eventuali svolte future". Insomma, la cara vecchia tecnica degli anni migliori del Cavaliere, una sorta di "mossa Kansas City" de ‘noantri. E noi qui a parlarne, verrebbe da dire…

Update – E' di pochi minuti fa la notizia della smentita del diretto interessato che tramite twitter ha fatto sapere di non avere intenzione di scendere in politica: "Ai buoni intenditori: non commento una notizia che non esiste", il commento di Scotti, che poi ha chiosato: "Coraggio a chi ne ha bisogno, ossia a tutti".

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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