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Falsi esami, all’Università della Calabria 72 lauree da annullare

Unical nella bufera. Al centro dell’attività investigativa della Procura di Catanzaro, un sistema fraudolento che ha consentito a diversi studenti di conseguire la laurea in Lettere e Filosofia senza tenere esami. Coinvolti anche impiegati amministrativi e tutor universitari.
A cura di Biagio Chiariello
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Falsi esami, al'Università della Calabria 72 lauree da annullare

Sette esami superati in una sola giornata e, udite udite, con il massimo dei voti: 30 e lode. Non è una leggenda metropolitana che si racconta negli atenei italiani per illustrare le leggendarie imprese di un geniale studente. E' qualcosa che è realmente accaduto e di recente. A documentarlo è la Procura della Repubblica di Cosenza nelle carte dell'indagine nei confronti di 75 persone – tra laureati, laureandi, un tutor e due impiegati amministrativi – della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria. Una truffa bella e buona quella smascherata dall'attività investigativa della magistratura cosentina prima e dai colleghi di Catanzaro, poi.  L'indagine è partita nel marzo del 2011 quando il Preside Raffaele Perrelli ha denunciato al rettore la presenza di un falso verbale d'esame nel fascicolo di uno studente: la firma apposta sulla statino dell'esame di Filologia Latina, corso tenuto da lui stesso, non era la sua. A quel punto gli inquirenti hanno acquisito i fascicoli personali di circa 7000 studenti laureatisi dal 2004 al 2011. Le analisi della documentazione hanno portato a galla una vera e propria ”organizzazione criminale – si legge nell’avviso di conclusione delle indagini – composta da personale amministrativo e studenti finalizzata al conseguimento fraudolento del titolo di studio in lettere e filosofia”.

Il sistema fraudolento era ormai consolidato. Gli studenti facevano le loro richieste sottobanco ad un gruppo di dipendenti amministrativi dell'università, ormai noti nel giro dei fuoricorso per i loro servigi  "particolari". Il meccanismo per "superare" un esame era semplice: bastava fotocopiare uno statino già utilizzato regolarmente da un altro studente, sostituirne il nome, apporre la firma falsa del prof di turno, chiaramente all’oscuro di tutto, e inserire il tutto nel fascicolo del laureando. Su alcuni moduli è stata addirittura trovata la firma di docenti che non insegnavano più all’Università della Calabria da diversi anni. L’inchiesta sui falsi esami nella Facoltà di Lettere e Filosofia ha portato a scoprire che questo sistema fraudolento era in realtà diffuso in tutto l’Ateneo calabrese; per questo motivo la magistratura sta facendo accertamenti su sette diverse facoltà.

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