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Ecco le 10 linee ferroviarie peggiori d’Italia

La Circumvesuviana “autentica vergogna italiana”, la Roma-Nettuno, le tratte vicino Torino. Queste alcune delle “peggiori” per Legambiente che ha analizzato vari aspetti, dalle riduzioni delle corse alla lentezza, dai disservizi al sovraffollamento, fino agli aumenti dei biglietti (anche +47%).
A cura di Biagio Chiariello
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Qualcuno, forse, prima di leggere la classifica delle dieci peggiori tratte ferroviarie italiane usate dai pendolari, avrà pensato di trovarci quasi certamente la "propria", quella utilizzata ogni giorno per andare, magari, a lavorare o a scuola. Se non c'è, è solo una conferma che la situazione nel nostro Paese è davvero complicata quando si parla di trasporti. Certo è che, da Nord a Sud, il minimo comune denominatore del triste elenco pubblicato oggi da Legambiente è il fatto che tutte – ma proprio tutte – le Regioni italiane hanno tagliato i propri servizi ferroviari e, contemporaneamente, hanno applicato dei significativi quanto incomprensibili aumenti ai costi dei biglietti. L'associazione ambientalista italiana ha stilato, dunque, questa poca invidiabile classifica, partendo dalle lamentele dei passeggeri: corse soppresse, ritardi, disorganizzazione, sporcizia, sovraffollamento e prezzi aumentati. “È una vera e propria emergenza nazionale, ma la politica non sembra intenzionata a occuparsene– commenta il vice presidente di Legambiente, Edoardo Zanchini-. La situazione è spesso disperata, con le condizioni peggiori in Campania, Veneto, Piemonte, Lazio. Gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,4% dei bilanci”. Tra il 2011 e il 2013 – spiega il rapporto – il taglio ai servizi ferroviari è stati pari al 21% in Abruzzo e Liguria, al 19% in Campania. Il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 ad oggi è stato in Piemonte con più 47%; in Liguria del 41%, in Abruzzo e Umbria del 25%.

Le 10 peggiori linee ferroviarie italiane- La Circumvesuviana,"autentica vergogna italiana", la Roma Nettuno e i suoi 400 minuti di ritardo totalizzati in un mese, le 13 linee ferroviarie pendolari tagliate a Torino, "autentica beffa per i pendolari piemontesi"; e ancora la Padova-Calalzo, la Potenza-Salerno  e Siracusa-Ragusa-Gela sono alcune delle tratte più mal funzionanti individuate da Pendolaria, la campagna promossa Legambiente per redigere il rapporto e vicina ai diritti dei 3 milioni di pendolari che ogni giorno si sposta in treno. Andare a lavorare diventa sempre più difficile, “eppure di quella che è una vera e propria emergenza nazionale, la politica non sembra intenzionata a occuparsi – dichiara il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – Negli ultimi anni il servizio in larga parte delle Regioni è andato peggiorando per la riduzione delle risorse e l’incertezza sul futuro, per cui i treni sono sempre più affollati, spesso in ritardo e con le solite vecchie carrozze”.

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Black list di Legambiente – La situazione dunque è davvero complicata. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le 10 linee ferroviarie in Italia che si sono aggiudicate un posto nella drammatica classifica:

Circumvesuviana
Un’autentica vergogna italiana. Dal 2011 al 2013 le corse sono state ridotte del 40% a fronte di oltre 100mila utenti al giorno e nelle stazioni sono state chiuse 22 biglietterie. Problematica anche la sicurezza: il primo agosto scorso si verifica un incidente con automobili a un passaggio a livello, il 18 settembre deraglia un treno che viaggia a velocità troppo elevata.

Roma-Nettuno
Una tratta di 52 km di cui 20 a binario unico, carrozze sovraffollate, ritardi cronici e disservizi. Il treno che parte da Nettuno alle 8.30, monitorato da Legambiente tra il 17 ottobre e il 21 novembre, ha totalizzato 400 minuti di ritardo ed è stato soppresso 2 volte. E con il nuovo orario sono previsti perfino tagli al servizio.

13 linee ferroviarie pendolari tagliate a Torino
Un autentica beffa per i pendolari piemontesi che oltre ad avere subito i maggiori aumenti del costo dei biglietti hanno visto dal 2010 a oggi cancellare ben 13 linee: Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada e Vercelli-Casale Monferrato.

Padova-Belluno-Calalzo 
Gli utenti lamentano un peggioramento della qualità del servizio, con ritardi e soppressioni a sorpresa e senza alternative sostitutive su gomma. La linea è di 155 km che vengono percorsi a circa 50 km/ h, ed è un esempio del disinteresse della Regione Veneto nei confronti dei pendolari. Disinteresse che ha portato a cancellare ben 8 treni “interregionali” giornalieri su un'altra linea di grande frequentazione, la Venezia e Milano, scomparsi dal nuovo orario che entrerà in vigore il 15 dicembre. La Regione invece di reperire le risorse per mantenere e migliorare il servizio ha deciso di tagliare su questa linea. E così sono scomparsi i treni interregionali e i pendolari saranno costretti a cambiare treno a Verona, perdendo tempo, o a prendere le Frecce, con prezzi ben più cari.

Arquata Scrivia-Genova Brignole 
E’ la linea che collega Genova con il Piemonte, fino ad Arquata Scrivia (AL), 46 chilometri su 63 sono a binario unico. I problemi storici di lentezza dei collegamenti e vetustà dei treni, si sono aggravati con la cancellazione di un treno Intercity con l’ultimo cambio di orario.

Mantova-Cremona-Milano 
Su questa linea che collega due capoluoghi di Provincia con Milano i 10mila pendolari che ogni giorno la percorrono lamentano treni lenti, sovraffollati, vecchi e sporchi. Su 151 km ben 91 sono a semplice binario e vi sono decine di passaggi a livello, per cui da Mantova per Milano  i tempi di percorrenza sono di 2 ore e 10 minuti, mentre da Cremona i tempi sono di un’ora e 10 minuti, esattamente come 40 anni fa. Il materiale rotabile è tra i più vecchi in circolazione e l’insufficienza del numero delle carrozze costringe spesso i passeggeri a viaggiare in auto. I collegamenti della bassa Lombardia con Milano e con Verona e Brescia dovrebbero essere potenziati proprio per offrire un alternativa a chi oggi è costretto a muoversi su strada.

Siracusa-Ragusa-Gela
E’ una linea non elettrificata e a binario unico, dove la media di velocità è di 55 km/h, che collega tre Province. I tempi di percorrenza dei treni sono simili e in alcune relazioni (Comiso-Ragusa, Pozzallo-Modica) addirittura superiori rispetto a quelli di 20 anni fa. Le biglietterie nelle stazioni sono del tutto scomparse, con l’eccezione di Siracusa, Modica e Gela. Otto i treni soppressi nell’ultimo anno.

Campobasso-Isernia-Roma
Un unico binario tra Campobasso e Venafro è la ragione di tempi di percorrenza assai lenti che rendono gli spostamenti poco efficienti, oltre a treni in larga parte vecchi. Recentemente è stata chiusa Ia biglietteria a Isernia e a Campobasso. Dei tanti pendolari che si muovono tra Campobasso e Roma molti di quelli che vorrebbero farlo in treno sono costretti a prendere l’auto.

Bologna-Porretta Terme
Gli utenti – almeno 10.000 al giorno con punte di 20.000 – denunciano continue soppressioni, quotidiani ritardi, guasti sempre più frequenti e scelte sbagliate come quella di inserire treni a doppio piano in orari di scarso afflusso e non di pendolarismo mentre in orari di punta le composizioni dei convogli risultano insufficienti.

Potenza-Salerno
Anche quando i treni non subiscono soppressioni improvvise i ritardi sono all’ordine del giorno, con convogli che non raggiungono i 50 km/h di velocità di media e impiegano 2 ore e mezza per arrivare a destinazione, che si tratti di regionali o di Intercity. Dal prossimo cambio di orario verranno anche soppressi due treni di primo mattino diretti a Salerno.

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