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Don Seppia condannato a 9 anni di carcere per pedofilia

E’ arrivata la sentenza nei confronti dell’ex parroco di Sestri Ponente che abusò di un chierichetto. Prima della lettura del verdetto Don Seppia ha chiesto scusa: “Ho commesso degli sbagli”.
A cura di Biagio Chiariello
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Don Seppia condannato a 9 anni di carcere per pedofilia

Riccardo Seppia, ex parroco della chiesa dello Spirito Santo nel quartiere genovese di Sestri Ponente, dovrà scontare nove anni e sei mesi di carcere. Una condanna inflittagli dal gup del tribunale di Genova, Roberta Bossi che ha così valutato le accuse che pendevano sulla testa del prete: 4 anni e due mesi per violenza sessuale su minore e per tentata induzione alla prostituzione minorile nei confronti di ragazzo di 17 anni di origine albanese, 4 anni e otto mesi per la cessione di droga a minori e 8 mesi per cessione di droga all'ex seminarista Emanuele Alfano. Il pm Stefano Puppo aveva chiesto 11 anni e 8 mesi di galera affermando che la tentata violenza su minore è una violenza a tutti gli effetti, ma secondo il giudice «la violenza sessuale è stata riconosciuta consumata ma di minore gravità e per quanto riguarda la cessione di droga è stata riconosciuta la lieve quantità». Il parroco è stato, invece, assolto dal reato di detenzione di materiale pedopornografico.

Il legale di Don Seppia, Paolo Bonanni, voleva l'assoluzione da tutti i capi di imputazione, tranne per la cessione semplice di droga. Prima della lettura della sentenza Don Seppia, in carcere da un anno per pedofilia, ha consegnato una lettura alla Corte in cui ha espresso il suo pensiero sui gravi fatti che lo hanno coinvolto: «Chiedo scusa per il mio comportamento morale perché ho commesso degli sbagli. Ho sbagliato a comportarmi in quel modo». Una dichiarazione che il legale ha voluto immediatamente chiarire: «Non è un'ammissione di colpa. Il mio assistito ammette che i suoi comportamenti sono stati forse immorali, ma non hanno rilevanza penale». Una correzione che sapeva quasi di ultima spiaggia quell'avvocato del prete. «Ricorreremo sicuramente in appello – ha poi affermato Bonanni – siamo convinti che la pena possa scendere ulteriormente».

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