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Disoccupato e coi genitori malati di cancro: “Farò la cavia umana in Svizzera”

Andrea, leccese 33enne, è da sei è alla ricerca di un lavoro che gli permetta di pagare le cure della madre e del padre, che vivono solo con la pensione di invalidità.
A cura di B. C.
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Quello di Andrea, 33enne di Lecce, è solo uno dei tanti casi disperati, generati dalla crisi economica, in Italia. Il ragazzo per far fronte alle spese mediche dei suoi genitori malati terminali di cancro, ha deciso di diventare una cavia umana per conto di un'azienda farmaceutica svizzera, nel Canton Ticino. La notizia è riportata dall’Ansa che ha intervistato il ragazzo. "E' l’unico modo per aiutare i miei genitori a curarsi" – ha dichiarato Andrea – sono entrambi malati e la pensione di invalidità di neppure mille euro in due non basta a pagare i costi per le cure". Andrea ha tre fratelli,  tutti disoccupati. Lui negli ultimi sei anni ha cercato  un lavoro che gli consentisse di garantire per sé e per i suoi cari delle cure mediche ed una vita dignitosa.

L'alternativa è vendere i suoi organi

"L'ultimo lavoro, sei anni fa – dice – fu di due mesi alla Lupiae Servizi (società partecipata del Comune di Lecce, ndr) come netturbino. Poi più nulla. Ho fatto persino lo sciopero della fame sotto il Comune, per farmi recedere un assessore si era impegnato ad aiutarmi. Ma quell'aiuto non è arrivato mai". Così, al colmo della disperazione per la grave situazione familiare, ha intrapreso un percorso a metà strada tra provocazione e necessità. “Se non dovessero arrivare risposte, sono disponibile a trasferirmi in Svizzera per sottopormi a trattamenti sperimentali”. Per una settimana di degenza in ospedale una cavia umana arriva a guadagnare 1.200 euro (circa 250 al giorno). “Quello che voglio – conclude Andrea – è solo un lavoro, anche umile. Il mio pensiero sono i miei genitori, e se dovesse venir meno il contatto con questa azienda farmaceutica, sono disposto anche a vendere un rene”.

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