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Dodici anni senza Giovanni Paolo II, il Papa che ha cambiato la storia

Eletto a sorpresa nel 1978, ha guidato la Chiesa per 27 anni. Già durante il funerale comparvero decine di cartelli con la scritta “Santo subito”: è stato beatificato nel 2011, canonizzato a tempo di record nel 2014 da papa Francesco.
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Oggi, 2 aprile 2017, sono 12 anni senza Giovanni Paolo II, uno dei pontefici più amati, considerato da molti un gigante della storia. Tanti i meriti che gli vengono attribuiti: aver fatto crollare il comunismo nell’Europa centro-orientale, aver riavvicinato i giovani alla religione cattolica, l’aver visitato i posti più sperduti del pianeta per portare la parola di Cristo.

Il 2 aprile del 2005 si spegneva l’esistenza terrena di Karol Wojtyla, l’ex arcivescovo di Cracovia che, a sorpresa, era stato eletto Papa nel 1978, il primo non italiano dopo quattro secoli e mezzo, tagliando fuori i favoriti, l’arcivescovo di Genova, Siri, e quello di Firenze, Benelli. In conclave, i porporati non riuscivano a trovare un accordo, così, pian piano, si fece largo il nome di un loro giovane collega, molto preparato intellettualmente e che veniva da una terra cattolicissima ma dove far parte della Chiesa voleva dire essere invisi al regime comunista. Il patriarca di Polonia, il cardinale Stefan Wyszynsky, appresa la volontà dei confratelli andò a parlare con Wojtyla e gli disse seccamente: “Se ti eleggono, ti prego di non rifiutare.” Nella cappella Sistina, dopo che lo spoglio dei voti fu concluso, Wojtyla pronunciò senza tentennamenti, in latino, la parola “accepto”.

Giovanni Paolo II entrò immediatamente nel cuore dei cattolici di tutto il mondo, a cui chiese di “non avere paura” e di “aprire, anzi spalancare le porte a Cristo.”. Seguirono anni molto intensi per colui che era noto come “atleta di Dio”, che amava andare a sciare anche da Papa e a dedicarsi ad ampie passeggiate in montagna. I suoi appelli ed un lungo lavoro diplomatico contribuirono alla caduta del comunismo nell’Europa dell’Est nel 1989. Nel 1993, ad Agrigento, pronunciò parole terribili contro i mafiosi, ricordando che anche per loro ci sarebbe stato il giudizio di Dio. Nel 2000 fu il protagonista del grande giubileo, con milioni di pellegrini in visita ai luoghi santi di Roma: nello stesso anno, Giovanni Paolo II chiese pubblicamente perdono per tutti gli errori compiuti dagli uomini della Chiesa nel corso dei secoli. Tanto amore per lui, ma anche tante polemiche: le accuse di aver coperto, durante il suo pontificato, inchieste contro i sacerdoti pedofili o i rapporti con alcuni dittatori anticomunisti, a partire dal cileno Augusto Pinochet, ma anche di aver tollerato i disastri finanziari dello Ior, proteggendo monsignor Marcinkus.

Poi, lenta ed inesorabile, la malattia. Giovanni Paolo II decise di non scendere dalla croce, nonostante la sua salute fosse sempre più malferma. Costretto a viaggiare di meno, fu costretto a sottoporsi a ricoveri ospedalieri e operazioni. Poi arrivò la morte, a 84 anni. Durante i suoi funerali, il decano del collegio cardinalizio, Joseph Ratzinger si riferì a lui chiamandolo “Giovanni Paolo II il grande”, riconoscendolo come uno dei più grandi pontefici della storia. Tra il pubblico comparvero decine di cartelli con la scritta “Santo subito”. Tre milioni di persone resero omaggio alla sua salma, due milioni partecipano ai funerali, a cui presenziarono tutti i potenti della Terra. Proprio Ratzinger, eletto suo successore dal conclave, decise di velocizzare le procedure per la canonizzazione, che fu velocissima. Nel 2011 Giovanni Paolo II è beato. Nel 2014, nel corso di una solenne celebrazione presieduta da papa Francesco alla presenza di Benedetto XVI, Giovanni Paolo II viene riconosciuto santo dalla Chiesa cattolica.

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