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Caro pensionato di Vaprio d’Adda, tu sei l’arma

Caro Sicignano, lei è la cartuccia consumabile del gioco sporco di chi fabbrica mostri, lei è la vittima di chi ha trovato una pistola da esibire ovunque senza bisogno nemmeno di un’arma perché è lei la pistola di questa storia: lei è l’indicibile a forma di tranquillizzante pensionato, lei è un errore che diventa potabile per quella sua faccia così splendidamente contrita e arrabbiata. Ma non durerà a lungo. E applicando la sua teoria sarebbe facile essere dall’altra parte dell’arma, la prossima volta.
A cura di Giulio Cavalli
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Caro Francesco Sicignano, vendicatore armato e pensionato nel far west di Vaprio d'Adda, feticcio leghista dell'ultima ora,

scrivo a lei di persona personalmente perché me ne frego di questo giochetto subdolo di far di lei il paradigma di un popolo. Me lo permetta: io non conosco tra i miei famigliari e i miei amici persone che dormono con la pistola sotto il cuscino e che hanno il dito così fermo da premere il grilletto nel chiaroscuro di un rumore notturno. Forse conosco qualcuno che nei momenti di sfiducia, paura e disperazione ha la tentazione di coltivare una difesa che per eccesso ha il colore della vendetta, questo sì, umanamente forse anch'io ogni tanto ho avuto la bile ad innaffiare i miei peggiori pensieri animaleschi ma questa rabbia, questo scendere nei luoghi più bassi della dignità, io non permetto di normalizzarla, di renderla dovuta o accettabile. Quindi a me interessa di lei che è diventato la pistola in mano agli imbecilli eppure sfila in televisione credendosi altro.

Ognuno ha nel cuore la speranza di diventare un simbolo o una celebrità (anche solo per qualche giorno) con tutta la vanità di chi vive in un Paese in cui l'anonimato è considerato una colpa o una gabbia da cui riscattarsi: è in televisione, caro Francesco, c'è davvero lei dentro quella scatola che le ha instillato per bene sotto pelle tutto il cattivismo bullo che oggi si ritrova a rappresentare, celebrato dai fomentatori della paura che esultano per avere trovato un pollo così pollo da prendersi la briga di indossare i panni dell'iperbole, credendosi legittimo. Caro Sicignano, lei è la cartuccia consumabile del gioco sporco di chi fabbrica mostri, lei è la vittima di chi ha trovato una pistola da esibire ovunque senza bisogno nemmeno di un'arma perché è lei la pistola di questa storia: lei è l'indicibile a forma di tranquillizzante pensionato, lei è un errore che diventa potabile per quella sua faccia così splendidamente contrita e arrabbiata. Sappia, signor Sicignano, che arriverà presto il tempo in cui avrà esaurito la sua forza propulsiva per essere notizia e tornerà ad essere un cittadino processato per omicidio, lasciato solo dentro i fili di un processo, tradito come si è sentito tradito fino adesso ma senza più cartucce da sparare. Finirà, signor Sicignano, anche lei abbandonato sulla spiaggia come i suoi nemici "immaginari" che sono gli stessi scarti di un consumismo politico che ha bisogno di casi umani essendo incapace di elaborare delle idee.

Vede signor Sicignano, io vorrei chiederle, se davvero dovessimo immaginare un "pistola libera tutti" come sta professando in questi giorni sui giornali e nelle televisioni, se davvero valesse per tutti il diritto di avere l'arma sempre in tasca e se davvero ci fosse la legittima difesa con polvere da sparo le chiedo se domani il prossimo presunto ladro sparerà più veloce di come spara lei, sul pianerottolo di casa, e con lei stramazzato al suolo ci dirà intervistato che si è difeso da chi ha trasformato un (tentato e presumibile) furto in un duello, se si invertissero le parti e le pistole, le chiedo: che parole dovremmo usare? Perché con il suo vocabolario alla fine anche lei diventerebbe facile facile un morto meritato. Ci ha mai pensato? Questa volta è dalla parte dell'impugnatura per caso e perché è utile ma in un Paese che smercia rabbia al chilo si diventa martiri o colpevoli per un tweet, mica a ragion veduta. Perché la ragion veduta, in una Paese normale, è quella legge che le chiede di lasciare la difesa ai difensori, di arrabbiarsi e tirare i pugni sul tavolo di chi ha il dovere e il diritto di difenderla e di lasciare chiusa a chiave la pistola. Oppure, se davvero vuole essere coerente alla sua inossidabile stupidità, provi ad andare a puntare la pistola in faccia al maresciallo dei carabinieri del suo Paese, visto che ci vuole convincere che funzioni, provi a puntargliela diritta negli occhi mentre gli urla quanto siano incapaci di farla dormire tranquillo. Ci provi. Vedrà com'è insulso e stupido applicare il suo credo. E poi magari ci racconta come è andata.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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