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Yara: ritrovate sui vestiti tracce sospette di terriccio

Gli esperti coinvolti nel caso Yara stanno analizzando le tracce presenti sugli indumenti indossati da Yara il giorno della sua scomparsa. Dai primi accertamenti sono stati ritrovate tracce di terriccio non appartenenti al campo di Chignolo.
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tracce di terriccio

Durante la puntata di ieri di “Chi l’ha visto”, sono emersi interessanti particolari che riguardano la vicenda di Yara Gambirasio. Gli esperti che stanno lavorando al caso, adesso, passano al setaccio gli indumenti che Yara indossava il giorno della sua scomparsa. Nell’ambito di questi accertamenti è risultato che sulla maglietta che la ragazza portava il giorno della sua scomparsa, ci sarebbero delle tracce di terriccio non sarebbe riconducibile però a quello del campo di Chignolo, dove è stato ritrovato il corpo di Yara.

Un elemento di non poco conto che porterebbe a credere che su Yara sia stata picchiata con violenza e uccisa in un luogo, e soltanto successivamente il suo corpo senza vita sarebbe stato portato a Chignolo d’Isola. A confermarlo potrebbe essere anche il cerchietto perfettamente calzato dalla tredicenne bergamasca. Un’evenienza alquanto strana e improbabile mentre, invece, sarebbe più opportuno pensare che nel trasferimento del corpo il cerchietto sia stato recuperato per non lasciarlo come traccia sul luogo dove è avvenuta l’aggressione.

Questo farebbe pensare che Yara sia vittima di un delitto premeditato o quantomeno estremamente ragionato. L’identikit dell’assassino individuerebbe un soggetto glaciale che agisce delittuosamente con estrema perizia.  Particolari che non fanno altro che amareggiare la famiglia di Yara e in particolare i genitori Fulvio e Maura Gambirasio, sconvolti dal dolore per la perdita della figlia. Una famiglia che non si è mai mostrata alle telecamere ma che in silenzio ha continuato a sperare, come confermano i messaggi registrati sulla segreteria del cellulare di Yara. Queste le parole della signora Maura Gambirasio registrate dalla segreteria e riportate nel corso del programma “Chi l’ha visto”: “Resisti, non mollare. Se non riesci a sentirmi sappi che ti siamo vicini. Se puoi recuperare il tuo cellulare, chiama.” Messaggi di speranza bruscamente interrotti dal ritrovamento del corpo esanime dell’atleta bergamasca nel pomeriggio del 26 febbraio.

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