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Julian Assange e il caso Wikileaks

Wikileaks a corto di fondi: Assange costretto a sospendere diverse pubblicazioni

L’organizzazione di Assange non ha fondi necessari per pubblicare ulteriori cable: per questa ragione, alcune di essere verranno sospese, a causa dell’embargo finanziario che non permette di ricevere donazioni. Il capo di Wikileaks, annuncia, però, un nuovo metodo per condividere i dati.
A cura di Daniela Caruso
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Wikileaks a corto di fondi, Assange costretto a sospendere diverse publicazioni
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Durante la conferenza stampa svoltasi al Frontline Club di Londra, Julian Assange ha dichiarato che Wikileaks non ha più fondi per inviare i dati e che, per questo motivo, lui e i suoi organizzatori saranno costretti a sospenderne la pubblicazione. “Per garantire la futura sopravvivenza dell’organizzazione – come ha sottolineato il capo di Wikileaks – “siamo costretti a sospendere temporaneamente qualunque pubblicazione” e “combattere l’embargo finanziario imposto da Visa, Mastercard e Bank of America” e Paypal. Tale blocco non permette all’organizzazione di ricevere le donazioni spontanee di utenti che vogliono leggere i cablogrammi diffusi, sin dal primo momento, da Wikileaks. Se la situazione si protrae, il lavoro di Assange e dei suoi collaboratori non potrà proseguire e si rischia la chiusura definitiva dell’intero  sistema. Per continuare a lavorare ai ritmi dell’anno scorso, quando, appunto, scoppio il cable-gate, Wikileaks necessita di 3,5 milioni di dollari, altrimenti, come dichiara lo stesso Assange, “non potremmo continuare il nostro lavoro”.

L’embargo economico mosso ai danni di Wikileaks non ha precendenti, e per il fondatore, è un blocco “illegale” e che mina le basi democratiche del diritto all’informazione. I tre istituti che hanno deciso di sbarrare le strade delle donazioni verso l’organizzazione controllano quasi il 100% delle transazioni monetarie in Europa: un brutto colpo per Assange e collaboratori, che, solo grazie ai finanziamenti dei cittadini hanno potuto svolgere il loro lavoro, di certo non apprezzato dagli Stati di cui si parlava nei cables. Wikileaks, dunque, ha perso circa 50 milioni di euro: questo denaro mancante, se recuperato in tempo, verrà utilizzato per la pubblicazione di circa 100 mila documenti.

Ad una notizia ‘cattiva’ se ne affianca una postiva, almeno per Assange il quale, infatti, parla di un nuovo metodo per inviare i dati agli utenti che si basa su un sistema elettronico, che non fa leva sull’https (protocollo di crittografia web, che permette di trasmettere dati sensibili, impedendo a terzi di intercettarli ed usarli a scopi impropri). Il fondatore di Wikileaks non ha aggiunto altro: ulteriori delucidazioni verranno fornite quando verrà lanciato il nuovo sistema informatico.

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