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Vitalizi dei parlamentari, Movimento 5 Stelle: “Tagliamoli anche al Senato”

La senatrice del Movimento 5 Stelle Laura Bottici pubblica la lettera inviata alla presidente del Senato Elisabetta Casellati. “Alla Camera i vitalizi sono stati aboliti il 12 luglio, adesso tocca al Senato e va fatto subito”, scrive riferendosi alla delibera voluta del presidente della Camera Roberto Fico.
A cura di Giorgio Tabani
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"Alla Camera i vitalizi sono stati aboliti il 12 luglio, adesso tocca al Senato e va fatto subito". A dirlo è Laura Bottici, senatrice del Movimento 5 Stelle, in un post sul blog delle Stelle. La Bottici, già dalla scorsa legislatura membro del collegio dei questori, l'organo che prepara il bilancio del Senato, scrive alla presidente Elisabetta Alberti Casellati chiedendo di convocare con urgenza il Consiglio di Presidenza per esaminare la delibera approvata alla Camera. Un testo che "è stato approfondito e preparato seriamente" e quindi "non ci sono scuse: può essere votato così com'è anche al Senato". La senatrice sottolinea in conclusione che "essere parlamentari è un servizio pubblico, non un modo per garantirsi rendite ingiustificate. Facciamo i passaggi necessari e entro l'estate chiudiamo questo brutto ricordo della Prima Repubblica, basta coi vitalizi".

Il testo della lettera inviata alla presidenza del Senato è il seguente:

Gentilissima Presidente,
con la presente mi permetto di sottoporre alla sua attenzione la delibera dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, nr. 14/2018, con oggetto la "Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi e delle quote di assegno vitalizio dei trattamenti previdenziali pro rata nonché dei trattamenti di reversibilità, relativi agli anni di mandato svolti fino al 31 dicembre 2011".
Dato il riscontro positivo suscitato dal provvedimento tra i cittadini, confido nel suo convenire sulla necessità che l'Istituzione che lei rappresenta non possa non uniformarsi a quanto deliberato dall'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati.
In virtù di quanto premesso richiedo di convocare con urgenza il Consiglio di Presidenza con il seguente ordine del giorno: 1. Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi e delle quote di assegno vitalizio dei trattamenti previdenziali pro rata nonché dei trattamenti di reversibilità, relativi agli anni di mandato svolti fino al 31 dicembre 2011.
Certa di ricevere suo pronto e positivo riscontro cordialmente saluto.

Taglio dei vitalizi, cosa prevede la delibera approvata dalla Camera dei Deputati

Il taglio approvato dalla Camera, fortemente voluto dal suo presidente Roberto Fico non è una legge, ma un semplice atto dell’ufficio di presidenza, l’organo presieduto dallo stesso Fico. La delibera prevede che i vitalizi calcolati con il metodo retributivo (ossia parametrati all’ultimo stipendio ricevuto) siano ricalcolati con un metodo, il contributivo, che prevede che l’assegno sia proporzionato ai contributi effettivamente versati durante il mandato parlamentare.

La nuova misura dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2019, mentre in precedenza si era previsto di iniziare il primo novembre di quest'anno. Secondo le stime lo Stato dovrebbe risparmiare circa 40 milioni di euro all’anno. Oggi il totale dei vitalizi erogati ammonta a 1.405, il ricalcolo varrà per 1.338 assegni, il cui importo subirà un taglio. Gli altri 67 non verranno ritoccati in quanto riguardano parlamentari con almeno 4-5 legislature alle spalle e che quindi con il nuovo sistema avrebbero paradossalmente incassato di più. Per questo motivo è stato deciso che nel loro caso i vitalizi rimarranno invariati. Nella delibera è stato inserito anche un tetto minimo di 980 euro al mese per chi ha fatto solo una legislatura.

Sul rischio di bocciatura da parte della Corte Costituzionale, Fico aveva detto: "Non sono preoccupato. Ho scritto una delibera forte, sostanziale e sostanziosa che ripara un'ingiustizia" e che fa proprio il principio "costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali". Per quanto riguarda l'altro ramo del Parlamento: "Il Senato farà le sue valutazioni e andrà avanti e arriverà a una conclusione simile", ha spiegato sempre Fico. Il principale dubbio della Casellati e di Forza Italia, il suo partito di provenienza, ma anche del Partito Democratico, è proprio sullo strumento scelto per effettuare il ricalcolo. "La cosa migliore sarebbe stata quella di sederci intorno ad un tavolo, capendo quali possano essere i limiti del pensiero di ciascuno di noi", ha dichiarato la Casellati, aggiungendo che bisognerebbe capire "se la competenza sia davvero degli uffici di presidenza. O se una regolamentazione spetti ad una norma ordinaria". L’associazione degli ex parlamentari infatti ha già annunciato azioni legali contro la delibera, e secondo la presidente del Senato, senza una legge ordinaria per il ricalcolo, sarà più facile far bocciare la norma dai tribunali.

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