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Violenze e bombe in aumento in Siria, i ribelli uccidono il cameraman rapito

Assad torna a bombardare Damasco, i ribelli rivendicano l’abbattimento di un caccia mentre il governo annuncia che i “terroristi” hanno ucciso uno dei cameraman rapiti. Secondo gli osservatori Onu la violenza è da imputarsi ad ambedue le parti in guerra.
A cura di Susanna Picone
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Assad torna a bombardare Damasco, i ribelli rivendicano l’abbattimento di un caccia mentre il governo annuncia che i “terroristi” hanno ucciso uno dei cameraman rapiti. Secondo gli osservatori Onu la violenza è da imputarsi ad ambedue le parti in guerra.

Da Aleppo, la seconda città siriana nelle ultime settimane teatro più violento degli scontri tra l’esercito regolare di Assad e quello dei ribelli, la battaglia si è nuovamente spostata verso la Capitale Damasco, da qualche ora bombardata pesantemente dalle forze del governo. Le bombe cadono soprattutto alla periferia della città e nel circondario ma non solo, altri combattimenti sono stati segnalati ad Harasta, una decina di chilometri a nord ovest del centro storico della capitale. Sotto le bombe si continua a morire, l’ultimo bilancio parla di almeno 150 vittime, 45 solo a Damasco. È il segno, secondo il generale senegalese Babacar Gaye (il capo della Unsmis, la Missione di Supervisione delle Nazioni Unite in Siria), di come la violenza sia in aumento in molte parti del Paese e come la guerra sia colpa di entrambi le parti, Assad come dei ribelli.

Il caso della troupe rapita dai ribelli – Intanto, uno dei canali della tv di Stato ha affermato che il cameraman Hatem Abu Yahiya è stato ucciso dai “terroristi”, mentre gli altri membri della troupe stanno bene. Tutti erano stati sequestrati dai ribelli venerdì scorso per poi apparire in un video amatoriale in cui dicevano di stare bene ma di essere esposti a bombardamenti indiscriminati delle forze governative ad al Tal, a nord di Damasco. “Li trattiamo come meglio possiamo e sono nostri ospiti”, aveva affermato un ufficiale che nel video appariva accanto a loro. I ribelli, nel video, pongono tra le condizioni per la loro liberazione quella di mettere fine ai bombardamenti indiscriminati sulle abitazioni civili.

Due versioni intorno al caccia del governo siriano – Non appare ancora chiara nemmeno la sorte di un caccia dell’aeronautica siriana che sarebbe precipitato nell’est del Paese durante un’esercitazione: questo è quanto rende noto l’agenzia di Stato precisando che l’incidente è stato causato da un guasto e che il pilota si sarebbe lanciato col paracadute. La versione dei ribelli è, invece, sostanzialmente diversa: loro dicono di aver catturato il pilota e di aver abbattuto il caccia di Assad con la loro contraerea a circa 450 chilometri da Damasco.

Intanto Assad incassa una nuova defezione – Da registrare, infine, anche l’ennesima defezione tra le file della diplomazia siriana che segue quelle della scorsa settimana: ad abbandonare il suo incarico per passare con i ribelli è Dany al-Baaj, primo segretario della missione permanente di Damasco presso la sede dell’Onu a Ginevra e anche suo rappresentante davanti al Consiglio per i Diritti Umani. Secondo quanto scrive il quotidiano elvetico “Le Temps”, Baaj dalla Svizzera ha comunicato la propria scelta: “Nel mio Paese la situazione peggiora ogni giorno di più e non era più possibile che continuassi a servirlo dalla parte del governo”.

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