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Vertice notturno sull’emergenza rifiuti di Napoli: De Magistris e Caldoro cercano una soluzione

Fallita la sfida di Luigi De Magistris: la città di Napoli è ancora piena di rifiuti. Raccolta straordinaria dopo il vertice notturno in Prefettura con il Governatore Stefano Caldoro e gli assessori all’ambiente, Tommaso Sodano e Giovanni Romano. Intanto, la Procura di Milano indaga su un peculato da 50 milioni di euro.
A cura di Alessio Viscardi
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Vertice notturno su emergenza rifiuti

Luigi De Magistris e Stefano Caldoro in Prefettura a Napoli

Luigi De Magistris, Tommaso Sodano e il camion Lavajet

Apocalisse di rifiuti a Napoli, città sommersa e nessun posto dove conferire la spazzatura raccolta. Fallisce così il proposito del neo-sindaco Luigi De Magistris, che la settimana scorsa aveva previsto che il piano di raccolta concordato con Regione e provincia avrebbe permesso di liberare la città dall'immondizia entro martedì. Vertice d'emergenza convocato in Prefettura a cui hanno preso parte il Governatore Stefano Caldoro e l'ex-pm, coadiuvati dai rispettivi assessori all'Ambiente, Tommaso Sodano e Giovanni Romano. Nel comunicato stampa diramato dal sindaco e dal vice, si legge: “Questa notte, su mia richiesta, si terrà un vertice straordinario alla Prefettura di Napoli che vedrà coinvolti tutti i soggetti istituzionali locali: un vertice dal quale non mi allontanerò senza aver avuto la certezza che gli impegni presi nei giorni scorsi vengano rispettati da tutti”.

Seguitando con la lettura si apprende che la soluzione trovata con l'accordo Comune, Regione, Provincia e Prefettura – grazie al quale Napoli sarebbe stata liberata in cinque giorni – è fallito a causa di responsabilità non imputabili al primo cittadino: “A rendere impossibile l'obiettivo stabilito, anche quanto avvenuto durante la raccolta dei rifiuti nella zona del centro storico cittadino dove si sono registrati fatti inquietanti che hanno impedito la raccolta dei rifiuti e che sono stati già segnalati alle forze dell' ordine”.

Sarà prevista la sorveglianza degli autocompattatori da parte delle forze dell'ordine per evitare questi “episodi inquietanti” non meglio specificati, ma che forse si riferiscono alla protesta dei lavoratori di Lavajet – che ieri si erano rifiutati di effettuare la raccolta nel centro storico perché senza stipendio da mesi. “La verità è che questa amministrazione sta rimuovendo incrostazioni ventennali determinando risposte ai sabotaggi. La situazione è drammatica ma siamo determinati ad operare senza alcun tentennamento, per questo sono stati rinviati tutti gli appuntamenti che avrebbero costretto il sindaco a lasciare Napoli”.

Nonostante la gravità e la solennità dell'incontro, all'uscita dalla Prefettura di Napoli, nessuna delle cariche istituzionali si ferma per discutere delle importanti precisione prese. Nota di colore, Luigi De Magistris e Tommaso Sodano si allontanano in un'auto con lampeggiante, soltanto per fermarsi a pochi metri dalla Prefettura – in piazza Trieste e Trento, proprio alle spalle di un autocompattatore di Lavajet intento a raccogliere i rifiuti ammassati in strada. Coincidenza curiosa, prima del vertice a Napoli non girava nemmeno un mezzo adibito alla raccolta dell'immondizia, ma dopo l'uscita di sindaco e governatore le strade si sono riempite di autocompattatori. Che sia stata trovata una soluzione per superare lo stallo creato dalle ordinanze dei sindaci di Caivano e Acerra che vietano di sversare i rifiuti di Napoli sul loro territorio?

La giornata di lunedì è stata particolarmente dura. Il nuovo presidente di Asia, Raphael Rossi – ex-dirigente di Amiat Torino licenziato per aver denunciato corruzione e spreco di denaro pubblico – ha spiegato molto bene che la colpa della nuova emergenza rifiuti non è di Asia:

“Come è noto, ma è meglio chiarirlo, lo smaltimento non è compito né di Asìa né del Comune di Napoli. Sono la Provincia, la Prefettura e la Regione a occuparsi di dove si portano i rifiuti. C’è una società apposita provinciale, la Sapna, che gestisce lo smaltimento e che al punto di vista economico incassa i soldi dai Comuni di cui smaltisce i rifiuti e li paga agli impianti e ai siti dove li smaltisce. Non siamo noi ad avere scelto adesso Caivano ed Acerra, per capirci.”

In questo scenario surreale, la Procura di Milano apre un fascicolo a carico del Comune di Napoli per il reato di peculato. Cinque le persone arrestate, che avrebbero fornito all'Aip srl 50 milioni di euro provenienti dalla Tarsu napoletana.

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