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Vannoni dopo le accuse rilancia: “Io truffatore? Merito il Nobel”

Dopo le pesanti accuse della Procura di Torino, il fondatore del controverso metodo Stamina ribatte: “Ma quali soldi? Ho più di 360 mila euro di debiti con Equitalia”.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante le pesanti accuse della Procura di Torino che ieri ha chiuso le indagini sul caso Stamina accusando Vannoni e altre 19 persone di reati come associazione a delinquere finalizzata alla truffa, il fondatore del controverso metodo non demorde e attacca. "Altro che truffatore. Io sono una persona onesta. E Stamina è da premio Nobel per la medicina" insiste il numero uno della Stamina Foundation in un'intervista a La Stampa, aggiungendo:  "La metodica messa a punto dai due scienziati ucraini funziona e può salvare la vita a un milione e mezzo di persone in Italia e chissà quanti in Europa. Abbiamo le prove. È tutto documentato, c'è una stanza zeppa di documenti che porterò in tribunale". Anche se i magistrati lo accusano di essersi spacciato per quello che non era truffando migliaia di pazienti disperati solo per riuscire a intascare quanto più soldi possibili, Vannoni non si scompone e ribatte: "Ma quali soldi? Ho più di 360 mila euro di debiti con Equitalia. Io non ho mai preso un euro che sia uno dai pazienti. Ho fatto debiti, ma non ci ho mai guadagnato".

Le accuse – Nelle accuse a Vannoni gli inquirenti danno conto di un suo viaggio presso il Cardiocentro Ticino, in Svizzera, dove si sarebbe spacciato per ricercatore dell’università di Brescia per ottenere così credito e ospitalità. Ma nelle carte depositate i magistrati rivelano anche contatti con le autorità di Capo Verde "per eludere i divieti impostigli dalle normative sanitarie italiane ed europee anche grazie all’aiuto di un farmacista sedicente medico e di una hostess attrice che si era qualificata come infermiera". "Io non mi sono mai spacciato per medico. Io insegnavo a Udine, e non dovevo convincere nessuno. Erano quelli del cardiocentro che mi volevano. Non il contrario" replica invece Vannoni accusando le lobby farmaceutiche di volerlo bloccare.

Le lobby – "Mi sono curato con le staminali create da quei due ricercatori Ucraini. Se avessi voluto truffare qualcuno organizzavo viaggi della speranza per i malati. Mi facevo dare due o tremila euro e li mandavo su a Kiev. Io non avrei rischiato nulla e mi sarei fatto dei bei soldi. Invece ho trovato questi professionisti eccellenti e mi sono impegnato" spiega ancora Vannon, concludendo: "E questo è stato il guaio. Le lobby farmaceutiche ci stanno facendo la guerra. La Lorenzin fa come gli struzzi e nasconde la testa sotto la sabbia. Se tutti avessero fatto il loro dovere non saremmo a questo punto".

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