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Uscito dal coma, per Luca Fanesi la beffa: “La polizia mi ha picchiato poi dato il Daspo”

Il tifoso della Samb, che sarebbe stato picchiato dalla polizia e ridotto per mesi in fin di vita, nei giorni scorsi ha ricevuto un Daspo, divieto di partecipazione alle manifestazioni sportive.
A cura di Davide Falcioni
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Ricordate la vicenda di Luca Fanesi, il tifoso della Sambenedettese a lungo in come dopo essere stato probabilmente picchiato da agenti di polizia al termine della partita Vicenza – Samb dello scorso 5 novembre? Il 44enne si sta lentamente ristabilendo e, dopo un lungo ricovero in Veneto, è rientrato nelle Marche: qualche giorno fa, però, si è appreso che c'è anche il suo nome in mezzo a quelli di altri trenta tifosi della Samb che rischiano il Daspo, provvedimento di divieto di accesso alle manifestazioni sportive che può andare da uno a cinque anni e prevedere anche l’obbligo di firma presso un ufficio di polizia in occasione di eventi sportivi.

Quel giorno un gruppo di tifosi sambenedettesi scese dal pullman e arrivò a contatto con un altro gruppo di vicentini a poche centinaia di meri dallo stadio: la polizia intervenne per sedare il piccolo tafferuglio. Volarono manganellate e una di queste – secondo alcune testimonianze – raggiunse Luca Fanesi alla testa: l'uomo venne trovato a terra in una pozza di sangue e trasportato all'ospedale. Il tifoso non ricorda cosa gli sia accaduto, poiché ha perso la memoria, ma agli uomini del 118 e del pronto soccorso riuscì – prima di perdere i sensi – a dire di essere stato picchiato da un poliziotto.

Da quel momento Luca crollò in coma farmacologico con quattro fratture craniche: ha dovuto subire tre interventi chirurgici e un calvario di quattro mesi all'ospedale San Bortolo di Vicenza. Da poche settimane ha fatto ritorno a San Benedetto del Tronto, dove ha avviato un percorso di riabilitazione che si annuncia lungo e complicato, anche per la necessità di recuperare a pieno la memoria di quella giornata. Nel pomeriggio di tre giorni fa tuttavia è stato raggiunto telefonicamente da un commissario di polizia della città marchigiana, che gli ha chiesto di presentarsi prima possibile in commissariato poiché la Digos di Vicenza gli aveva notificato l’avvio del procedimento per il divieto di avvicinamento alle manifestazioni sportive, il cosiddetto Daspo. "Questa è un’assurdità – ha commentato Massimiliano, fratello di Luca –, oltre al danno alla beffa. Cosa dovremmo scrivere sulla memoria difensiva se Luca non sa neppure cosa gli sia successo? La Digos ne è perfettamente a conoscenza, lo ha ascoltato con tanto di intervista video ripresa appena venti giorni fa prima che uscisse dall’ospedale di Vicenza".

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