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Turchia, giornalista in carcere scrive a Renzi: “Ricordi diritti umani violati da Erdogan”

Appello al presidente del Consiglio del direttore di Cumhuriyet, in carcere da novembre: non ignorare le “violazioni dei diritti umani” in Turchia “in cambio di un accordo sui migranti”.
A cura di Claudia Torrisi
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Con un appello pubblicato sulle pagine del suo giornale, Can Dundar, direttore del quotidiano turco di opposizione laica Cumhuriyet, si è rivolto a Matteo Renzi, chiedendogli di non ignorare le "violazioni dei diritti umani" in Turchia "in cambio di un accordo sui migranti". Dundar è stato arrestato alla fine dello scorso novembre assieme al caporedattore Erdem Gul, a causa di un'inchiesta su un presunto passaggio di camion di armi dalla Turchia alla Siria. Le accuse vanno dallo spionaggio alla propaganda terroristica. Il lavoro dei reporter venne pubblicato alla vigilia delle elezioni di giugno del 2015, scatenando le ire del premier Recep Tayyip Erdoğan, che disse agli autori che avrebbero "pagato un caro prezzo".

Nel testo – intitolato "Lettera aperta da un giornalista turco in galera al primo ministro dell'Italia" – Dundar chiede a Renzi di non dimenticare "i valori fondativi dell’Europa: libertà, diritti umani, democrazia, ideali da lungo tempo calpestati dal Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan", ricordando che attualmente nelle prigioni della Turchia ci sono più giornalisti arrestati che in quelle della Siria. "Se oggi siamo tenuti in isolamento da oltre quaranta giorni in Turchia – ha aggiunto – considerata dai media internazionali ‘la più grande prigione al mondo per giornalisti', è perché, con quella consapevolezza, ci siamo schierati contro la deriva verso un regime autoritario. Siamo in carcere perché abbiamo provato che tir dell’intelligence turca portavano armi ai gruppi jihadisti in Siria".

Dundar ha ricordato al presidente del Consiglio italiano che "all’origine della crisi dei rifugiati c’è anche la guerra civile in Siria, alimentata pure con l’appoggio dell’Occidente. Ora seguiamo con interesse il tentativo di placare l’incendio da parte di coloro che si sono travestiti da pompieri dopo averlo appiccato. Purtroppo, dato che Erdoğan ha assunto il controllo di gran parte dei media, è sempre più difficile darne notizia. Chi ha il coraggio di farlo è vittima di attacchi, aggressioni, minacce, processi e carcere". La lettera si chiude con un appello: "Anche se gli interessi attuali dell’Europa rendono necessario ignorare temporaneamente le violazioni dei diritti umani, noi continueremo a chiedere il loro rispetto a qualsiasi prezzo. Se rinunciamo all’umanità davanti alla scelta ‘rifugiati o libertà', perderemo infatti tutti e tre quei valori".

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