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Trump: “E’ un grande giorno, costruiremo il muro con il Messico”

Il Presidente degli Stati Uniti oggi firmerà un decreto per la realizzazione di un muro di separazione tra Stati Uniti e Messico.
A cura di Davide Falcioni
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L'aveva promesso in campagna elettorale, tanto da farne un vero e proprio cavallo di battaglia, una delle carte vincenti della sua cavalcata verso la Casa Bianca: il neo insediato presidente degli Stati Uniti sembra intenzionato a non perdere tempo ed ha annunciato l'intenzione di firmare nella giornata odierna un decreto che sblocca in via definitiva i fondi necessari per la costruzione di un muro con il Messico, allo scopo di fermare il flusso di immigrati dal sud. Lo rende noto il New York Times, quotidiano su posizioni critiche rispetto al nuovo presidente USA, secondo cui nel pomeriggio Trump formalizzerà il tutto durante una visita al dipartimento di sicurezza interna. Che non fosse solo un'indiscrezione di un giornale di opposizione è stato lo stesso presidente a confermarlo con un tweet: "Grande giorno domani (oggi in Italia, ndr) per la sicurezza nazionale. tra le tante cose, costruiremo il muro!".

Con il via libera alla costruzione di un muro tra Stati Uniti e Messico il presidente di fatto inaugura una nuova stagione nel campo dei diritti degli immigrati, con maggiori restrizioni in particolare per quelli provenienti da Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen.  Secondo il New York Times, Trump sarebbe intenzionato nel prossimo futuro a varare misure ancora più stringenti sull'iter di accettazione dei richiedenti silo. Secondo i dati dell'Ufficio popolazione, rifugiati e migrazione del dipartimento di Stato americano, tra sabato e lunedì scorsi, ovvero nei primi tre giorni di Trump alla Casa Bianca, sono stati ammessi negli Usa 136 rifugiati siriani.

A destare preoccupazione, tuttavia, non è solo la nuova linea adottata nel campo dell'immigrazione. Trump ieri è infatti tornato a definire "senza controllo" il presunto ambientalismo della scorsa amministrazione ed ha firmato, per questo, due ordini esecutivi per consentire la costruzione di due controversi oleodotti il Keystone e il Dakota Access, entrambi bloccati da Obama. Pur non concedendo i permessi finali gli ordini avviano i progetti verso l'approvazione, secondo quanto è stato comunicato ai leader repubblicani dalla Casa Bianca.

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