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“Troppi giorni di malattia per la chemio”. Ha un tumore e l’azienda lo licenzia

La storia di Olivero Biancato, 52enne elettricista che salvò una donna tuffandosi in un fiume in barba alla grave malattia. Il 29 aprile si è trovato disoccupato. La moglie: “Non è una questione economica, ma di avere almeno il diritto di ammalarsi”.
A cura di Biagio Chiariello
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E' passato quasi un anno da quando Oliviero Biancato, elettricista 52enne di Marcon (Venezia), nonostante convivesse da ben 7 anni con una grave malattia, si tuffò per salvare una 42enne di Spinea che aveva deciso di farla finita gettandosi nel Marzenego dal cavalcavia di San Giuliano. Grazie a Biancato, però, si poté non parlare di tragedia. "Mio marito è stato la sola persona a muoversi, e ce n'erano sul cavalcavia. Non so in che Paese viviamo", commentò al tempo la moglie dell'uomo. La stessa moglie che, però, il 29 aprile ha dovuto consolare il marito dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento per la ditta mestrina per la quale lavorava. Un fulmine a ciel sereno. Motivo? "Ha esaurito i giorni di malattia concessi in tre anni (sono 274, ndr) per potersi curare – spiega la donna al Gazzettino – è stato operato a giugno scorso, poi ha cominciato una prima fase ".

Insomma, Biancato ora è un disoccupato per i troppi giorni di malattia per le terapie.
"Tra novembre e dicembre siamo stati nel limbo perché non si capiva che terapie effettuare. A metà febbraio c'è stato un nuovo ricovero, perché la malattia è ripresa", racconta la moglie. Di nuovo, dentro e fuori gli ospedali; poi la decisione inaspettata quanto discutibile dell'azienda. "Il 24 maggio mio marito dovrà sottoporsi al sesto ciclo di chemio – continua la donna – se la tac fosse andata bene lui aveva tutta l'intenzione di tornare al lavoro". Ma intanto Biancato è rimasto ‘vittima' dell'articolo 19 del contratto collettivo dell'industria metalmeccanica, che regola il cosiddetto "periodo di comporto". "Non è una questione economica – ci tiene a precisare la moglie – ma di avere almeno il diritto di ammalarsi. Pensi che mio marito voleva rientrare al lavoro e lasciar perdere le terapie. Se per curarsi si perde il posto, allora uno per che cosa lotta a fare".

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