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Terra dei fuochi: i risultati delle analisi. Ad Acerra e Caivano oltre il 60% dei suoli è inquinato

Saranno presentati la prossima settimana i risultati delle analisi sui terreni della terra dei fuochi svolte dalla commissione interministeriale. Fanpage anticipa il contenuto dei documenti. Allarme rosso a Caivano ed Acerra.
A cura di Antonio Musella
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Saranno presentati la settimana prossima i risultati delle prime analisi condotte dal gruppo interministeriale sui terreni della Terra dei Fuochi. Fanpage è entrata in possesso della griglia dei risultati su cui stanno lavorando i tecnici. I risultati fanno scattare un pericoloso campanello d'allarme in alcuni comuni, su tutti quelli di Acerra e Caivano.

Ad Acerra e Caivano bollino rosso – Si tratta di un centinaio di campioni di particelle di terreni che rientrano nella mappa che fu presentata a Marzo del 2014, quella per intenderci, che raccontava che solo il 2% del territorio campano è inquinato. Riguardano i terreni ricadenti nei comuni di Acerra, Caivano, Castelvolturno, Succivo, Nola, Giugliano, Villa Literno. Si tratta in ogni caso di un primo blocco a cui si aggiungeranno nei prossimi mesi nuovi risultati. Le analisi tengono conto tra l'altro, dei parametri critici nei suoli, della contaminazione del suolo stesso, della presenza di rifiuti e metalli nel sottosuolo. Quello che ne viene fuori è una classificazione di rischio per la produzione agricola, una scala che va da "A"- terreno ritenuto idoneo alla produzione agroalimentare – , fino a "D" – che indica i terreni con divieto di coltivazione. Le zone che destano maggiore preoccupazione sono quelle in cui la classificazione "D" risulta maggioritaria. E' il caso di Acerra con l'87% dei campioni classificati con divieto di coltivazione, segue Caivano con il 66%.

I terreni di Caivano risultano avere un alto parametro critico di berillio, ed in alcuni casi anche di piombo e diossine. E' molto lunga invece la lista delle sostanze trovate nei campioni presi sui terreni di Acerra: Ipa, piombo, antimonio, rame, diossine, zinco. Proprio nel comune che ospita l'inceneritore si registra una situazione davvero preoccupante, infatti su molti terreni la commissione ha prescritto la necessità di effettuare scavi e trincee per approfondire da dove provenga l'inquinamento del terreno. Ad Acerra in 6 casi i campioni provenivano da particelle di terreno dove si coltivano patate come viene specificato nella griglia delle analisi al vaglio della commissione interministeriale. Proprio queste 6 zone risultano essere le più inquinate dell'area acerrana rispetto ai risultati che saranno presentati la prossima settimana. C'è da aggiungere che, come si legge dalle carte in possesso di Fanpage, nella maggior parte dei terreni analizzati complessivamente non è stato possibile campionate il tipo di coltivazione sui terreni analizzati. Pertanto quello di Acerra non può considerarsi il solo caso in cui in terreni inquinati hanno ospitato coltivazioni.

Una parte della griglia dei risultati delle analisi dei terreni
Una parte della griglia dei risultati delle analisi dei terreni

Terreni in larga parte sani a Succivo, a Villa Literno un caso limite – Per i comuni in provincia di Caserta i risultati delle analisi dei terreni ci raccontano invece una maggioranza di "A", ovvero terreni buoni ed idonei alle coltivazioni agro alimentari. Solo il 20% dei campioni prelevati a Succivo risulta inquinato in maniera importante e solo il 10% a Villa Literno. In quest'ultimo comune però si registra un caso limite. Sono solo 3 i terreni non coltivabili a Villa Literno, ma uno di questi registra dati davvero allarmanti. Si tratta della particella "133" tra quelle prese in esame dalla commissione, che vede la presenza di berillio, vanadio, piombo per 26 volte superiore ai valori consentiti, antimonio ed indenopirene, quest'ultimo è uno dei pericolosi idrocarburi policiclici aromatici. Tra i 116 campioni provenienti dai comuni delle province di Napoli e Caserta, la commissione ha indicato in 20 casi la necessità del divieto di foraggio e pascolo, in 26 casi la necessità di rimozione di rifiuti presenti nei terreni, ed in 11 casi un alto concentrato di diossina.

Un estratto dei risultati delle analisi
Un estratto dei risultati delle analisi

A Giugliano classificazione sospesa – Tra le categorie di classificazione delle particelle di terreno campionate c'è anche la voce "Sospesa". Si intendono qui i casi in cui il giudizio è sospeso in attesa di interventi di rimozione dei rifiuti o di ulteriori riscontri. E' il caso ad esempio di 20 campioni provenienti da Giugliano. Nel grande centro alle porte di Napoli le analisi sono state effettuate dal Commissariato Straordinario alla bonifica dell'area vasta di Giugliano presieduto da Mario De Biase, tra il 2012 ed il 2013, ed acquisiti dalla commissione. Sono 14 invece i campioni di terreno risultato pienamente idonei alla coltivazione agroalimentare nell'area del giuglianese.

Le mappe sono incomplete – I risultati che saranno presentati la prossima settimana sono quindi i primi e ne seguiranno altri. Non solo, in virtù della legge sulla terra dei fuochi i campionamenti stanno continuando e proprio nelle ultime settimane il Noe dei Carabinieri ha cominciato ad effettuare campionamenti e carotaggi anche nel comune di Napoli. Le indagini riguardano in ogni caso solo i terreni presenti nella mappa presentata dal governo lo scorso Marzo. Una mappa che ha fatto molto discutere, sia per come è stata presentata dal governo. Infatti la direttiva emanata il 23 dicembre 2013 stabiliva la mappatura dei terreni nella zona dei Comuni della Terra dei Fuochi, quindi le provincie di Napoli e Caserta, non quindi, come erroneamente riportato, l'intera Regione Campania. Nella mappa si nota anche l'assenza di molti siti inquinati già censiti dall'Agenzia Regionale per l'Ambiente della Campania, la quale aveva censito 1.500 siti inquinati nell'intera Regione Campania. Inoltre da quanto apprende Fanpage da fonti governative, i database su cui si è basata la commissione per la mappatura dei terreni sarebbero monchi. La AGEA, l'agenzia per le erogazioni in agricoltura, non avrebbe completato la trasmissione di tutte le analisi già archiviate nei loro database al Corpo Forestale dello Stato ed alla commissione interministeriale. Insomma sulla qualità dei terreni nella terra dei fuochi continuano ad esserci tanti dubbi.

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