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Tagli ai costi della politica: tutti i provvedimenti varati dal Governo

Dopo gli scandali degli ultimi mesi il Governo vara la stretta sulle spese degli enti locali. Non solo tagli a poltrone e vitalizi dei politici, ma anche sanzioni pecuniarie e controlli più severi affidati alla Corte dei Conti. Gli amministratori colpevoli dei dissesti finanziari non potranno ricandidarsi per dieci anni.
A cura di Antonio Palma
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Tagli ai costi della politica: tutti i provvedimenti varati dal Governo

Il caso Fiorito è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Così ieri il Governo ha approvato un decreto che mira a porre un freno agli scandali che negli ultimi mesi hanno colpito le amministrazioni locali,  "Cercheremo di porre un argine allo sperpero di denaro pubblico, che anziché venire utilizzato per migliorare la res pubblica viene usato come res privata" ha detto il Premier alla fine del CdM. Dunque dalle auto blu ai vitalizi, passando per il numero di consiglieri, si taglia. Inoltre sanzioni molto dure, fino alla riduzione dell'80% dei contributi statali e allo scioglimento del consiglio regionale, nel caso i limiti non vengano rispettati. Ecco nel dettaglio le nuove misure in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali.

Seicento poltrone in meno – Consigli regionali, provinciali e comunali più snelli, con un numero di consiglieri rapportati all'effettiva popolazione residente, come prevedeva il decreto anti-crisi dell'agosto 2011, rimasto inapplicato fino ad ora per i ricorsi di numerose Regioni come il Lazio. La riduzione complessiva dovrebbe aggirarsi intorno alle 600 poltrone in meno per i politici locali da applicare entro sei mesi dall'entrata in vigore del provvedimento. Dalla scadenza temporale sono escluse le Regioni in cui sono già  previste le elezioni, come Lazio e Sicilia, dove il taglio sarà applicato a partire dalle elezioni successive.

Taglio degli stipendi e trasparenza- Sforbiciata agli stipendi di consiglieri e assessori degli enti locali. I compensi degli eletti non dovranno superare complessivamente il livello di retribuzione previsto attualmente dalla Regione più virtuosa che la Conferenza Stato Regioni dovrà individuare entro il termine perentorio del 30 ottobre 2012. Per tutti è vietato il cumulo delle indennità comprese quelle di Presidenza della Regione e del consiglio regionale. La partecipazione alle commissioni permanenti invece sarà sempre a titolo gratuito, mentre per gli altri organi  collegiali il gettone di presenza non potrà essere superiore ai 30 euro. Inoltre le Regioni dovranno adeguarsi agli standard di trasparenza introdotti dal Governo e pubblicare sul sito internet dell’amministrazione tutti i redditi e il patrimonio di consiglieri, assessori e presidenti.

Stop ai vitalizi – Piena attuazione della riforma pensionistica anche per i politici. Eliminato qualsiasi vitalizio e passaggio obbligatorio dal sistema retributivo a quello contributivo per gli amministratori locali. Inoltre per poter maturare qualsiasi trattamento pensionistico ci sarà bisogno di ricoprire la carica, anche se non continuativamente, per almeno 10 anni e ad ogni modo si potrà usufruire della pensione solo al raggiungimento dei 66 anni di età.

Dimezzati i finanziamenti ai partiti – Quella che è stata definitiva la vera  norma anti "Batman" Fiorito, il consigliere laziale al centro dello scandalo dei fondi ai partiti, prevede il decurtamento del 50% dei fondi destinati ai gruppi consiliari. I soldi destinati ai partiti nei consigli regionali dovranno essere adeguati al livello della Regione più virtuosa, sempre individuata dalla Conferenza Stato-Regioni entro il 30 ottobre 2012. Abolito invece qualsiasi finanziamento ai gruppi composti da un solo consigliere, che erano sorti negli ultimi anni provocando numerosi sperperi. Anche per i gruppi politici inoltre c'è l'obbligo di maggiore trasparenza con la rendicontazione e la pubblicazione di tutti i dati relativi alle agevolazioni e ai contributi ricevuti.

Pareggio di bilancio e stop alle spese pazze – Anche per le amministrazioni locali previsto il pareggio di bilancio obbligatorio. Il decreto obbliga le Regioni ad attenersi alle regole statali in materia di riduzione della spesa ad esempio per consulenze, convegni, auto blu, sponsorizzazioni e compensi degli amministratori delle società partecipate. Le province e i comuni che abbiano accumulato nel tempo squilibri di bilancio devono approvare un “piano di rientro” della durata massima di 5 anni per riequilibrare le finanze locali. Per facilitare il rientro lo Stato istituisce un Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli enti locali, attraverso il quale anticipa le risorse finanziarie all’ente che però si impegna alla restituzione dei soldi, al blocco dell’indebitamento e alla riduzione delle spese del personale e delle prestazioni di servizi. Infine ogni ente sarà direttamente responsabile delle spese delle proprie società partecipate che dovrà sorvegliare attraverso l'introduzione di un sistema di controlli.

Controlli affidati alla Corte dei Conti – Poteri di controllo inediti per la Corte dei Conti sulle spese e le casse degli enti locali. Previsto addirittura un controllo di legittimità preventivo sugli atti delle Regioni che incidono sulla finanza pubblica, compresa la spesa sanitaria. Controlli mirati però ci potranno essere su tutta la gestione finanziaria degli enti locali, dal rendiconto consuntivo alla regolarità amministrativo-contabile degli atti. Alla Corte spetterà anche il potere di controllo sui rendiconti dei gruppi consiliari e ogni sei mesi dovrà elaborare le linee guida sulla copertura finanziaria adottata dalle leggi regionali. Per svolgere queste funzioni i giudici contabili potranno usufruire degli uomini del servizio ispettivo della Ragioneria generale dello Stato e della Guardia di Finanza.

Sanzioni e incandidabilità degli amministratori spreconi – Pene severe per enti e amministratori che non rispetteranno gli obblighi di legge. Le Regioni che non si adegueranno alle nuove norme entro il 30 novembre 2012, per l'anno successivo avranno una riduzione dei trasferimenti dello stato pari all'80%, ad eccezione di sanità e trasporto pubblico locale. Un'altra decurtazione del 5% è prevista per i trasferimenti dei fondi riservati alla sanità. Se anche in questo caso le amministrazioni locali non si adegueranno, il Governo potrà presentare una diffida con il successivo avvio della procedura per lo scioglimento definitivo del consiglio. Per gli amministratori che invece hanno contribuito con dolo o colpa grave al verificarsi del dissesto finanziario, previste sanzioni pari a un minimo di 5 e un massimo di 20 volte la loro retribuzione e l’incandidabilità per dieci anni negli enti locali, che nel caso di Sindaci e Presidenti si estende anche agli organi nazionali come il Parlamento.

"Il decreto sulla trasparenza sui costi degli apparati politici è una misura richiesta dagli stessi presidenti delle Regioni e dai cittadini" ha detto Monti nella conferenza di presentazione del provvedimento per poi aggiungere "gli scandali hanno prodotto un danno d'immagine incalcolabile a tutto il Paese, ora occorre vi sia una presa di coscienza delle responsabilità e che vi sia un salto di qualità nel rapporto tra eletti ed elettori".

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