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Strage di Lampedusa, oggi i funerali (non di Stato) ad Agrigento

E’ il giorno del dolore per le 366 vittime accertate di Lampedusa. Ma impazza la polemica per una commemorazione che qualcuno definisce “una beffarda passerella” per politici. Il premier Letta aveva annunciato funerali di Stato, ma non sarà così. E la maggior parte dei migranti deceduti è stata già sepolta in forma anonima, senza una cerimonia funebre.
A cura di Biagio Chiariello
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Diciotto giorni dopo il naufragio, Agrigento si prepara a celebrare i funerali delle 366 vittime accertate della tragedia di Lampedusa. Sarà, però, un funerale senza bare, visto che molte sono già state inviate nei vari Comuni della Sicilia per "ragioni sanitarie". Niente salme dunque. La maggior parte è stata seppellita in forma anonima, senza nessuna cerimonia funebre, nel cimitero agrigentino di Piana di Gatta. E non ci saranno neppure i familiari delle vittime in questa commemorazione, che vorrebbe essere solenne, ma che sarà ben diversa da quanto aveva annunciato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che proprio da Lampedusa parlò per le vittime di funerali di Stato. Oggi, alle 16, sul molo turistico del porto di San Leone, saranno presenti il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, e quello dell'Integrazione Cecile Kyenge, oltre agli ambasciatori di alcuni Paesi delle vittime.

Non ci sarà invece il primo cittadino lampedusano Giusy Nicolini che proprio in quelle ore incontrerà a Roma il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e il primo cittadino di Agrigento, Marco Zambuto, che ha definito la cerimonia una "passerella per i politici". La stessa Nicolini che era stata una delle prime a criticare la sepoltura anonima dei migranti: "Se avessimo saputo che non si sarebbero mai celebrati gli annunciati funerali di Stato per le vittime del naufragio di Lampedusa, prima di fare partire le salme dall'isola avremmo celebrato noi un funerale. E' ingiusto seppellire i profughi senza un funerale…", aveva detto il sindaco qualche giorno fa. Ma quelle di Zambuto e Nicolini non sono state le uniche voci della polemica. Anche don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo che da anni rappresenta un punto di riferimento per i profughi in arrivo in Italia, ha parlato di "beffarda passerella". A gettare acqua sul fuoco ci ha provato ieri la presidente della Camera, Laura Boldrini. Dopo aver deposto fiori per i bimbi sepolti a Mazzarino, ha sollecitato la fine di questa "roulette russa in corso nel Mediterraneo".

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