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Strage di Lampedusa, il sindaco: “I pescherecci non hanno aiutato i migranti”

Per Giusi Nicolini tre pescherecci avrebbero fatto finta di non vedere i migranti per paura di violare le leggi vigenti: “L’Italia ha normative disumane”, ha attaccato. Ma Alfano replica: “I pescatori non hanno visto il barcone”.
A cura di Susanna Picone
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“L’Italia ha normative disumane. Tre pescherecci sono andati via dal luogo della tragedia perché il nostro Paese ha processato i pescatori che hanno salvato vite umane per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”: parole pronunciate, nel giorno della terribile strage di migranti a Lampedusa, dal sindaco dell’isola Giusi Nicolini. A Radio Capital il primo cittadino dell’isola siciliana ha sostenuto che tre pescherecci avrebbero finto di non vedere i migranti in difficoltà – e quindi non li avrebbero volontariamente soccorsi – per paura di violare le leggi italiane. Il Governo – ha aggiunto Nicolini – “deve cancellare subito questo reato”. Il sindaco parla di “un sistema normativo disumano” che ha appunto fatto sì che tre motopesca siano passati senza soccorrere i profughi.

Alfano nega il mancato soccorso a causa della legge – Una replica al sindaco Nicolini è in seguito arrivata dal vicepremier Angelino Alfano il quale ha negato che dei pescherecci abbiano finto di non vedere il barcone naufragato: “I pescherecci passati lì vicino certamente non hanno visto i migranti”, ha spiegato il ministro che ha tentato di sgomberare il campo dalle polemiche. Alfano ha parlato degli italiani come di “un popolo dal grande cuore e l’abbiamo sempre dimostrato”. Tra le testimonianze raccolte oggi a Lampedusa c’è inoltre anche quella di un pescatore, il 24enne Francesco Colapinto, che si trovava a bordo del peschereccio Angela C. insieme ad alcuni familiari e che è stato il primo a raggiungere il barcone naufragato. “Stavamo tornando da una battuta di pesca, con il binocolo abbiamo visto le fiamme salire da un barcone e ci siamo diretti lì”, ha spiegato il giovane il quale ha detto di aver tirato su 18 persone vive e 2 vittime. In seguito sono arrivate le motovedette.

Codacons: Procura indaghi – In merito alle polemiche sull’isola è intervenuto poi anche il Codacons: se si avrà la conferma che alcuni pescherecci non avrebbero soccorso il barcone “si tratterebbe di una gravissima omissione con pesanti ripercussioni sul piano penale”. Il presidente Carlo Rienzi ha spiegato: “Rifiutare il soccorso in mare, infatti, in tale circostanza equivale a contribuire ad una vera e propria strage, per questo presenteremo oggi stesso un esposto alla Procura di Agrigento chiedendo di accertare i fatti e, nel caso quanto dichiarato dal sindaco risulti confermato, individuare le imbarcazioni che hanno omesso di prestare aiuto e procedere verso i responsabili per il reato di omissione di soccorso e concorso in strage”.

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