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Carnevale 2024

Perché si festeggia il Carnevale? Il significato e le origini della festa

Qual è l’origine della festa di Carnevale e dove nasce? Il Carnevale è una festa mobile che precede la Quaresima, e deriva dal latino “carnem levare”, che significa “togliere la carne” in riferimento ai grandi pasti del Martedì Grasso. Ecco qual è la vera storia di questa celebrazione, come si festeggia in Italia e nel mondo tra coriandoli, maschere, dolcetti e costumi.
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Carnevale di Viareggio
Carnevale di Viareggio
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Il Carnevale è una festa mobile, quindi  la data è diversa ogni anno, ma i festeggiamenti maggiori si tengono il giovedì grasso, la domenica di carnevale e il martedì grasso, data che chiude i festeggiamenti prima del Mercoledì delle ceneri. L'ultimo giorno di carnevale precede l'inizio del periodo di Quaresima, cioè i 40 giorni che anticipano Pasqua, che si cominciano a contare appunto a artire dal mercoledì delle Ceneri. Qual è la vera storia del Carnevale e dove nasce questa festa? Il termine Carnevale deriva dal latino carnem levare, letteralmente significa "togliere la carne" e fa riferimento al banchetto che si teneva il martedì grasso. Per il rito ambrosiano, che coinvolge la città e l' arcidiocesi di Milano, il periodo quaresimale inizia più tardi: l'ultimo giorno di carnevale è il sabato dopo il martedì grasso, la festa dura fino al sabato che precede la prima domenica di Quaresima; questo periodo è chiamato anche "Carnevalone". Scopriamo quali sono le origini di questa festa, le tradizioni, le maschere, i costumi, i dolci tipici e le leggende legate al Carnevale.

Qual è il significato di Carnevale: storia e origini della festa

Al di là della religione, Carnevale sembra avere origini molto antiche. Nell'antica Roma si celebravano cerimonie pagane in onore del Dio Saturno: i Saturnali. Il Dio Saturno avrebbe propiziato l’inizio dell’anno agricolo infatti, con questa ricorrenza, si intendeva salutare l’inverno ed accogliere la primavera e la fertilità con i festeggiamenti, durante i quali non vi era più differenza tra nobili e plebei, grazie all'uso delle maschere, indossate come difesa contro le potenze diaboliche ostili, con la speranza che avrebbero reso il futuro raccolto abbondante. Per gli antichi romani, Saturno era il  Dio dell'età dell'oro, un periodo felice in cui regnava l'uguaglianza e, con i Saturnali, tutto ciò veniva festeggiato con balli, canti e tutto era fatto in chiave scherzosa, sovvertendo tutti gli obblighi sociali e di classe. A Carnevale ci si dedicava a cibo, bevande e divertimenti sfrenati. Nel Medioevo, i festeggiamenti lussuosi e goderecci sono stati ridimensionati dalla chiesa ed hanno lasciato spazio a rappresentazioni di compagnie di attori in maschera. Il momento clou della festa era l’uccisione di un fantoccio, che rappresentava il capro espiatorio dei mali dell’anno passato e un buon augurio per il nuovo.

Carnevale di Venezia
Carnevale di Venezia

Perché a Carnevale ogni scherzo vale?

"A Carnevale ogni scherzo vale" è un modo di dire legato alla nota ricorrenza e fa riferimento al fatto che in questo periodo dell'anno gli scherzi devono essere accettati di buon grado. Il motivo? Ogni occasione è buona per festeggiare. Solo in pochi, però, sanno che il gioco di parole ha origini molto antiche. Veniva utilizzato già all'epoca dei saturnali romani, quando i giorni del Carnevale venivano associati a concessioni, divertimento, baldoria, sovvertimento delle regole sociali e soprattutto dissolutezza. In un contesto simile, dunque, è chiaro che gli scherzi non facevano altro che rendere l'atmosfera ancora più giocosa ed esilarante.

Carnevale di Venezia
Carnevale di Venezia

Perché a Carnevale ci si maschera?

La tradizione dei travestimenti di Carnevale è legata alla cultura greco-romana: gli antichi greci durante i riti dionisiaci e i romani durante i saturnali avevano l'abitudine di mascherarsi per nascondere la propria identità. A feste di questo tipo, infatti, venivano sovvertite le gerarchie sociali e mantenere l'anonimato attraverso una maschera permetteva di trasgredire in piena libertà. Col passare degli anni l'usanza non è stata abbandonata e, complici i costumi originali, si fa tutto ciò che nel resto dell'anno non si ha il coraggio di fare. Alcune popolazioni arcaiche, invece, si servivano delle maschere per entrare in contatto con le energie della natura durante le cerimonie spirituali: in cambio di raccolti abbondati gli spiriti gli concedevano l'opportunità di divertirsi e fare baldoria.

Maschere del Carnevale di Venezia
Maschere del Carnevale di Venezia

Le maschere più famose del Carnevale in Italia

La parola maschera deriva dall'arabo "Mascarà", che significa: scherno, satira. Nel teatro greco e in quello romano la maschera veniva usata dagli attori per sottolineare i tratti del personaggio che interpretavano. Nel XVI secolo si afferma in Italia la "Commedia dell'arte" e, uno dei temi ricorrenti, era la beffa del servo che riusciva ad avere la sua rivincita verso il potente. È in questo quadro che sui palcoscenici di Venezia nasce il personaggio di Zanni (il servo zotico) che poi subirà diverse metamorfosi fino a diventare rappresentativo della figura del servo attraverso maschere della nostra tradizione come Arlecchino e Pulcinella. Oggi, oltre ad utilizzare le maschere, si pensa a come truccarsi per il carnevale riproducendo, magari, anche le classiche maschere veneziane, con il solo aiuto del make up. Ma vediamo quali sono alcune delle maschere di Carnevale più famose d'Italia.

Arlecchino: questa maschera ha origine a Bergamo e rappresenta la figura del servo sciocco ma dotato di buon senso, ma sempre pieno di debiti. Rappresenta chi è capace di adattarsi a ogni situazione e servirebbe chiunque per avere dei propri vantaggi.

La maschera di Arlecchino
La maschera di Arlecchino

Pulcinella: anche questa maschera, che nasce a Napoli, rappresenta la figura del servo. Ha la gobba il naso adunco e indossa una camicione e un cappello bianco. Rappresenta la plebe napoletana che si ribella alla classe medio-alta borghese, simboleggiando la rivincita del popolo sui potenti.

Pulcinella
Pulcinella

Balanzone: maschera tipica bolognese, è un dottore burbero e chiacchierone che si fa credere sapiente ma che prova sempre a truffare chi gli capita a tiro. Rappresenta la presa in giro di quelli che non fanno altro che vantarsi del proprio sapere ogni volte che si presenta l'occasione.

Balanzone
Balanzone

Colombina: serva chiacchierona e furba della tradizione veneziana, affezionata alla sua padrona Rosaura per la quale farebbe di tutto pur di renderla felice. Indossa un abito semplice con delle balze, un grembiule mal ridotto e una cuffietta bianca.

Colombina
Colombina

Brighella: altra maschera di Bergamo è un servo furbo a cui piace litigare con le persone e attaccar briga (da qui il suo nome). Porta pantaloni e giacca bianchi con disegni verdi, un cappello da cuoco e una maschera nera.

Brighella
Brighella

Pantalone: è la maschera che rappresenta un mercante vecchio e brontolone, tipico della tradizione veneziana. È dedito solo al denaro e al commercio. Le uniche che riescono a tenergli testa sono la moglie e le figlie.

Pantalone
Pantalone

Come si festeggia il Carnevale in Italia

Oggi, i festeggiamenti del Carnevale sono diffusi in tutto il mondo e vengono celebrati attraverso sfilate di carri allegorici, riti propiziatori e soprattutto feste in maschera. L’Italia vanta la presenza di alcuni dei Carnevali più belli e famosi al mondo, come il Carnevale di Venezia dove migliaia di persone ogni anno invadono le calli e Piazza San Marco in una dimensione unica che solo Venezia può offrire; il Carnevale di Viareggio famoso per la sfilata dei carri con personaggi di carta pesta che rappresentano soprattutto personalità della politica, accompagnati da gruppi in maschera che sfilano per tutta la città; quello di Cento nato nel XVII secolo ma che ha acquisito importanza, anche a livello europeo, dopo il gemellaggio con il Carnevale di Rio de Janeiro avvenuto nel 1990;  il Carnevale di Ivrea che trae origine dalla ribellione ad un malvagio tiranno da parte di una giocane donna, seguita poi da tutta la popolazione. Da questo episodio nasce la famosa battaglia delle arance grazie alla quale, ogni anno, si rivive quella rivolta. Tra le tradizioni di carnevale più diffuse c'è il "Processo del Carnevale" che  ritroviamo in molte regioni italiane ancora oggi. Dopo il testamento del Carnevale, al quale si dà la colpa di tutti i mali del vecchio anno, di solito si usa "condannarlo" a morte. L'uccisione avviene o per impiccagione o decapitazione ed è il momento clou del dramma e dei festeggiamenti. La morte può avvenire anche a mezzo del fuoco con la messa al rogo del fantoccio di Carnevale che troviamo in molte località d'Italia.

Maschere di Carnevale
Maschere di Carnevale

Importantissimo è anche il Carnevale di Fano, il più antico d'Italia. Il primo documento che parla dei festeggiamenti di Carnevale a Fano risale al 1347, ed è custodito nella Sezione dell'Archivio di Stato della città di Fano. Da allora, questa festa, ha assunto caratteristiche sempre più specifiche e, nel 1871 fu creato un comitato per l'organizzazione del carnevale che, ancora oggi, coinvolge migliaia di persone. Il Carnevale di Fano è oggi la manifestazione più importante delle Marche e la più antica d'Italia che coinvolge ogni anno oltre 100.000 persone. L'edizione attuale è una rivisitazione in chiave moderna del rito del "Pupo", una sorta di capro espiatorio, che simboleggia l'animale sacro sul quale vengono scaricate tutte le colpe dei bagordi, soprattutto a carattere erotico, che si svolgevano durante il carnevale. La cerimonia terminava con il rogo del Pupo come simbolo di purificazione. I carri che sfilano a Fano interagiscono con gli spettatori perché, oltre ai balli e alla musica, sono famosi per il "getto" di dolciumi che vengono riversati sul pubblico. La sfilata viene chiusa dalla "Musica arrabita", musica arrabbiata, un genere che nasce da un complesso musicale formatosi nel 1923, musica festosa e umoristica.

Cosa si mangia a Carnevale in Italia: le tradizioni culinarie e i dolci tipici

Proprio perché il Carnevale precede il periodo di astinenza e digiuno della Quaresima, il martedì grasso si festeggia banchettando con lasagne, dolci ed altri piatti abbondanti. In Italia, ogni regione vanta le sue ricette gastronomiche tipiche, ma sarà con i dolci in particolare che verranno celebrati questi giorni di festa. Ogni città ha le sue tradizioni, l’importante sarà che ogni "gustosità" sia fritta e preparata in casa. Chiacchiere, castagnole, dolci fritti e sanguinaccio, sono solo alcune delle gustosità che si mangiano a Carnevale, per fare “il pieno” di calorie prima dell’arrivo del digiuno.

I dolci di Carnevale
I dolci di Carnevale

Chiacchiere: dolce carnevalesco più diffuso in Italia

sono il dolce simbolo del Carnevale e diffuso in tutta Italia è la pasta tagliata a nastri e fritta. La ricetta rimane invariata in tutte le regioni ed è solo il nome che cambia: in Sicilia, Piemonte, Lombardia e Campania vengono chiamate “chiacchiere”; in Liguria sono le “bugie”; “cenci” in Toscana; “fiocchetti” in Romagna e “frappe” nel Lazio. A seconda del luogo di produzione verranno aromatizzate con Marsala, acquavite, acqua di fiori d’arancio e ricoperte di zucchero a velo o di miele, cioccolato e mascarpone zuccherato.

Sanguinaccio: il dolce di Carnevale più mangiato al sud

Tipico della tradizione meridionale è il sanguinaccio, una crema dolce a base di cioccolato fondente da mangiare accanto alle chiacchiere. Del sanguinaccio esistono due versioni, quella moderna, in cui si utilizza semplicemente la cioccolata e quella classica, in cui si usa il sangue del maiale. Si dice che del maiale “non si butta via niente” e tradizionalmente l’animale è sempre stato ucciso nel mese di Febbraio e per questo utilizzato a Carnevale. Il sangue, per le sue proprietà nutritive, veniva utilizzato proprio nella preparazione del sanguinaccio in occasione del Carnevale. Oggi, questa ricetta è diffusa solo in campagna, dove sono ancora molti che continuano a seguire la tradizione.

Cicerchiata: dolce tradizionale del centro

Nel centro Italia, in Abruzzo, Umbria, Marche, Lazio, invece, il dolce tipico del periodo di Carnevale è la cicerchiata. Si tratta di palline fritte, che vengono ricoperte con il miele, molto simili agli struffoli napoletani. La differenza sta nel modo in cui vengono disposti sul piatto. La cicerchiata ha infatti la forma di corona o di "pupatta". Il suo nome infatti letteralmente significa “mucchio di cicerchie”. La ricetta non ha nulla a che vedere con i ceci, se non per la forma a palline gialle. La particolarità di questo dolce sta nel fatto che tradizionalmente le palline devono essere fritte nello strutto. Anticamente infatti non esistevano i frigoriferi e dunque lo strutto doveva essere consumato durante la settimana grassa poiché altrimenti sarebbe andato a male.

Fritole, castagnole e tortelli per il Nord

Per quanto riguarda invece la tradizione culinaria del nord Italia, si troveranno dolci differenti a seconda della regione. In Friuli potremmo gustare le castagnole, cioè delle palline fritte e ricoperte di zucchero, ideali per i bambini. In Emilia e in Lombardia questi stessi dolci vengono chiamati tortelli o ravioli dolci e vengono riempiti con marmellata, frutta secca o ricotta. A Firenze viene preparata invece la schiacciata, una torta senza burro molto leggera, da servire con crema chantilly. Infine, il Veneto è conosciuto per le sue fritole, cioè delle frittelle ripiene di uvetta e pinoli, che anticamente erano una specialità esclusivamente veneziana, ma che poi si sono diffuse in tutta la regione in diverse varianti.

Le tradizioni di Carnevale nel mondo

Tra i carnevali più famosi nel mondo non si può non ricordare il Carnevale di Rio de Janeiro: per il Sud America il Carnevale ha sempre rappresentato un avvenimento importante soprattutto per le classi più povere. A Rio il Carnevale comincia il sabato grasso e dura per quattro giorni senza mai fermarsi, tra carri allegorici, balli e canti. La domenica grassa, i carri sfilano per la città e le persone si travestono e ballano al ritmo della "batucada", ballo da cui nasce la "samba de roda" con movimenti del bacino e passi rapidi avanti e indietro dei ballerini. Ci sono scuole di danza che si preparano tutto l'anno per l'evento e alla fine una giuria vota le singole scuole in base al tema scelto, alla bravura dei ballerini, ai costumi e ai carri. Una curiosità di questo Carnevale è che ogni anno, durante questa festa sfilano i "blocos", gruppi di persone con magliette e costumi a tema che animano le vie della città per tutta la durata della festa.

Il Carnevale di Rio De Janeiro
Il Carnevale di Rio De Janeiro

In Francia, invece, è famoso il Carnevale di Nizza, dove si svolgono, oltre alle tradizionali sfilate di carri, anche le "battaglie di fiori", che sono protagoniste assolute di questo Carnevale francese. Una curiosità sul Carnevale di Nizza: durante i festeggiamenti vengono accese più di 12.000 lampadine di 15 watt per illuminare tutta la città. In Germania è famoso il Carnevale di Colonia che inizia l'11 novembre alle 11:11, quando vengono nominati i protagonisti di questa festa: il Principe, il Fante e la Vergine che scenderanno in piazza solo il giovedì grasso per sfilare tra il pubblico e dare il via ai festeggiamenti e alle celebrazioni. La cosa particolare è che, questa giornata, è interamente dedicata alle donne che prendono il comando nelle case, negli uffici e nei negozi e tutto è loro concesso nei confronti dell'uomo.

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