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Giulia Depentor, l’esploratrice di cimiteri: “Condivido storie meravigliose ma dimenticate”

Giulia Depentor racconta le storie dei cimiteri e di chi li abita. A Fanpage.it ha parlato del suo lavoro e della sua passione per le “città ultraterrene”: non solo luoghi macabri ma anche posti pieni di storie straordinarie.
A cura di Eleonora Di Nonno
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Giulia Depentor ha paura dei cadaveri, dell'apocalisse zombie ed è claustrofobica. Non proprio l'identikit che ci si aspetta da chi per lavoro parla di cimiteri. Il suo fortunatissimo podcast si chiama Camposanto e ai 30.000 ascoltatori mensili racconta di lapidi, epitaffi e storie dimenticate di chi abita queste città ultraterrene. Da poco è uscito Immememòriam, un libro in cui accompagna i lettori alla scoperta di tombe (di persone illustri e non) e di luoghi di sepoltura: "Le esplorazioni cimiteriali sono un occasione per allontanarsi dalla vita caotica di tutti i giorni – spiega Giulia a Fanpage.itQuando varchi i cancelli e i muri di cinta è tutto così silenzioso e tranquillo. Le persone sono impegnate a fare qualcosa di interiore, di meditativo".

Come nasce la passione per i cimiteri

"È una passione che ho fin da quando sono bambina e andavo con i miei a salutare i parenti defunti. Curiosavo in giro leggendo le scritte sulle lapidi o guardando le foto sulle tombe. Mi chiedevo chi fossero quelle persone e poi inventavo delle storie – continua Giulia Depentor – Quando sono cresciuta ho iniziato a viaggiare da sola e i cimiteri sono diventati una tappa obbligata. In questi luoghi si scopre tantissimo del posto che stai visitando, della cultura e delle tradizioni di un popolo. Tra i primi che ho visitato da adulta c'è quello di Père-Lachaise a Parigi, lì ho veramente capito quanto siano una fonte inesauribile di storie". La sua decisione di iniziare il podcast Camposanto arriva nel 2020, durante il lockdown, quando si trovava a Berlino. Lì le restrizioni erano meno severe e passava gran parte del tempo nel Weißensee, cimitero ebraico della città. In poco tempo gli ascoltatori diventato tantissimi, quasi 30.000 al mese, e scopre che la community di "camposanter" è più grande di quanto pensasse.

Credits Via Instagram @giuliadepentor
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Chi sono i camposanter

"Quando ho iniziato il podcast non avevo idea di chi mi avrebbe seguito. Pensavo a persone come me che per passione o per abitudine passeggiavano nei cimiteri. Ho scoperto che la community, in realtà, è veramente eterogenea – assicura Giulia Depentor – Ne fanno parte sia persone che visitano i campisanti per passatempo sia chi ci va per lavoro, come per esempio chi si occupa di pompe funebri. Ci sono anche gli amanti di cronaca nera o chi fa ricerche genealogiche. La passione cimiteriale è trasversale." Quelli che seguono il podcast Camposanto e condividono con lei l'interesse per le esplorazioni cimiteriali vengono definiti "camposanter". "I camposanter sono ovunque e sono insospettabili. Mi ha stupito molto scoprire che molti scrittori e personaggi famosi lo sono. Dino Buzzati, uno dei miei scrittori preferiti, amava visitare i cimiteri. Adesso, per fortuna, sta diventando un'attività sempre più normale" aggiunge Giulia.

Credits Via Instagram @giuliadepentor
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Cosa significa essere "un'influencer di cimiteri"

Giulia Depentor spesso viene chiamata influencer di cimiteri. "Più che influencer mi definisco un'esploratrice. Io i cimiteri li vivo, li esploro in tutti i dettagli e poi racconto a chi mi segue sui social quali mi sono piaciuti di più. Se influencer significa questo allora sì, lo sono – chiarisce Giulia –  Consiglio anche film, libri, podcast e documentari su questo argomento. Condivido la scoperta di storie meravigliose ma dimenticate". Il dubbio è che ci siano pregiudizi sul raccontare i luoghi di sepoltura, tenendo conto della delicatezza di un tema come quello della morte. "Nel corso degli anni quando dicevo che mi piacciono i cimiteri mi è capitato di vedere qualche sopracciglio alzato, però non ho mai ricevuto apertamente delle critiche. Dell'idea del podcast ne ho parlato solo con mio marito Alessio. Lui mi ha incoraggiato anche perché a quel tempo non esisteva ancora un progetto del genere" conclude Giulia.

Credits Via Instagram @giuliadepentor
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Come organizzare una visita in un cimitero 

La parola chiave per una visita in un cimitero è: organizzazione. "Spesso mi faccio guidare dall'istinto ma poi mi capita di non trovare quello che cerco – ammette Giulia – Per le visite ai cimiteri monumentali è sempre meglio munirsi di cartina per capire bene dove sono collocate le varie tombe o statue. Per quelli abbandonati bisogna vestirsi comodi (i sentieri possono essere insidiosi) e andare in compagnia nel caso di infortuni". Una delle paure più comuni è quella di rimanere chiusi in un cimitero. "A me è capitato ma vorrei tranquillizzare le persone. Di solito accanto ai cancelli cimiteriali c'è un grosso pulsante rosso da premere in caso di emergenza, se vi capita cercatelo e premetelo: le porte si aprono e voi sarete liberi".

Credits Via Instagram @giuliadepentor
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Perché visitare cimiteri?

"Secondo me visitare i cimiteri è anche un modo per esorcizzare la paura atavica della morte. Sono una persona molto impressionabile e in alcune occasioni è stata una sfida – rivela Giulia Depentor – Le Catacombe dei Cappuccini a Palermo sono state un incubo diventato realtà perché soffro di claustrofobia e ho paura di vedere i cadaveri. Si tratta, però, di un luogo dal valore storico immenso e ne è valsa la pena. I cimiteri possono essere anche dei posti rilassanti, pieni di pace e serenità". Giulia Depentor, in realtà, teme un apocalisse zombie. "Mi trovavo nel cimitero di Marsiglia, in Francia. Sono passata davanti a una cappella gentilizia che aveva la porta aperta. Ho sbirciato dentro perché so che è lì che spesso si trovano le storie più interessanti – racconta Giulia Depentor – Ho trovato una bara messa in verticale, spalancata e vuota. Sono scappata ma il cimitero era deserto, ho pensato che fossero tutti morti per colpa degli zombie e che presto sarebbe toccato anche a me".

Credits Via Instagram @giuliadepentor
Credits Via Instagram @giuliadepentor

Quali sono i cimiteri più belli da visitare

"Io consiglio di vistare il cimitero di San Michele a Venezia, unico in Italia e nel mondo perché è costruito su un'isola. Per arrivarci bisogna prendere il vaporetto, si ha proprio l'impressione di allontanarsi dalla vita terrena – racconta Giulia Depentor – Consiglio di visitarlo in inverno perché con la nebbiolina è tutto più suggestivo. Da qui si gode di una vista unica e inusuale su Venezia". Tra le altre mete raccomandate c'è il cimitero di San Finocchio a Volterra. "Era connesso all'ex manicomio della città e ora è abbandonato. È molto malinconico perché lì è dove venivano sepolti gli ex pazienti dell'ospedale psichiatrico". Al sud, invece, il suggerimento è di andare al Cimitero delle Fontanelle, a Napoli. "La visita di questo cimitero mi ha portato a scoprire il culto delle anime pezzentelle. L'ho trovato affascinante e commovente, credo sia uno dei più belli d'Italia". Giulia Depentor ha visitato i cimiteri di tutto il mondo e a Berlino ce n'è uno che l'ha colpita particolarmente. "Il cimitero di Grunewald è poco fuori Berlino ed è conosciuto come il cimitero dei suicidi. Chi si uccideva in quel periodo buttandosi nel fiume Sprea non poteva essere sepolto in cimiteri religiosi. I cadaveri si accumulavano nell'ansa del fiume dove poi è sorto il cimitero. Qui è sepolta anche Nico, la cantante dei The Velvet Underground – continua Giulia Depentor – Arrivarci è difficile perché si trova in mezzo alla foresta. Entrarci significa spostarsi in una dimensione a sé. Quando ci sono stata sentivo dei rumori strani ma alla fine mi sono rassegnata pensando che fossero gli animali. Chissà".

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