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Zara sospende le vendite in Russia: chiusi i negozi e l’e-commerce in tutto il paese

Zara ha annunciato una decisione epocale: insieme a tutti i brand che fanno parte del gruppo Inditex ha sospeso le attività in Russia. A partire da questo momento nel paese sia i negozi fisici che l’e-commerce chiuderanno.
A cura di Valeria Paglionico
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La guerra tra Russia e Ucraina sta avendo delle fortissime ripercussioni sull'economia mondiale: nessun settore è escluso dalla crisi e ovunque i prezzi stanno salendo alle stelle. Il fashion system non fa eccezione e, sebbene durante le ultime Settimane della Moda sembrava che tutto stesse tornando alla normalità (con tanto di influencer che parevano essere del tutto indifferenti agli eventi esterni), ora sono molti i brand che stanno prendendo una posizione netta e decisa sulla questione. Zara, ad esempio, è solo l'ultimo dei grandi nomi della moda ad aver detto temporaneamente stop alle attività in Russia.

Inditex sospende le attività in Russia

Inditex, la multinazionale spagnola dedicata all'abbigliamento di cui fanno parte Zara, Bershka, Pull&Bear, Stradivarius, Oysho, Massimo Dutti, Zara Home e Uterque, ha attuato un provvedimento epocale. Ha annunciato di aver temporaneamente sospeso la sua attività in Russia a causa della guerra contro l'Ucraina. La decisione drastica è stata presa perché l'azienda non riuscirebbe a garantire la continuità delle operazioni nelle circostanze attuali. Al di là dei problemi di approvvigionamento, inoltre, si intende rispettare anche le sanzioni imposte da altri governi contro Mosca. La chiusura riguarderà sia il canale online che i negozi fisici, che a partire da questo momento terranno le saracinesche abbassate in tutte le città russe.

La priorità dell'azienda resta la forza lavoro

I portavoce di Zara e di Inditex ci hanno tenuto a precisare che la loro priorità resta la forza lavoro nel paese, che al momento conta più di 9.000 persone. Per loro è stato pensato un piano speciale di sostegno, anche se al momento non sarebbero stati forniti altri dettagli. "La Russia rappresenta circa l'8,5% dell'ebit globale del gruppo, tutti negozi operano in affitto, quindi l'investimento non è rilevante da un punto di vista finanziario", hanno spiegato coloro che sono ai vertici dell'azienda. Così facendo, dunque, i colossi della moda low-cost si uniscono agli altri grandi nomi del settore fashion che hanno escluso la Russia dai loro affari. H&M, Chanel, Gucci, Hermès sono solo alcuni dei brand e delle Maison che hanno deciso di protestare contro l'invasione in Ucraina in modo importante e deciso.

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